Brunetta va a pranzo a L’Aquila ma non gradisce: “Servizio orrendo, cibi scadenti, me ne ricorderò”. Era gratis, ma non lo dice

Pubblicato il 26 Novembre 2010 - 19:23 OLTRE 6 MESI FA

Il ministro Renato Brunetta va a L’Aquila, pranza e poi si lamenta che il cibo era scadente. Addirittura una lettera di proteste dal ministero al ristoratore “incriminato”. Brunetta punta l’indice sul “pane raffermo, speck mediocre avvolto nelle fette di ananas (roba che neanche gli inglesi…), tiramisù giallognolo e improbabile, salame rancido. Il tutto servito da un cameriere per caso”.

Poi l’affondo finale. “Posso garantirvi che il catering che avete offerto oggi alla Regione in occasione del forum dell’Innovazione verrà ricordato a lungo dal ministro Brunetta, dal prefetto Iurato, dal presidente della Regione Chiodi, dal sindaco Cialente e dal rettore dell’Università Di Orio. Complimenti vivissimi”.

Paolo Pacilli, il ristoratore sotto accusa, si difende. Dice che la richiesta “era per 150 partecipanti di cui 10 (ministro e autorità) in una location diversa con porcellana di vetro e posate”. Aggiunge che gli orari erano le 13.30 per la sala grande e le  14.00 per il ministro. Invece, racconta Pacilli, all’apertura della sala pranzo “l’affluenza era nettamente superiore”. Non solo. Alle 13.45, quando era pronto il catering del ministro (che prevedeva zuppa di legumi, selezioni di salumi e formaggi locali, crespelle di verdure, ravioli al sugo tradizionale, prosciutto affumicato con ananas, bocconcini di vitello al sugo e dolce di mascarpone agli agrumi), il responsabile dell’evento ci ha comunicato che il ministro aveva un ritardo di 30 minuti.

Quanto al “cameriere per caso”, Pacilli dice che c’erano tre persone responsabili per lo “sporzionamento”: uno chef della federazione italiana cuochi, un ristoratore con venti anni di attività, e il maitre che che segue regolarmente i più importanti eventi della nostra azienda compreso il G8 di L’Aquila.

Il ristoratore colpito dagli strali del ministro – “Me ne ricorderò” – ora dice che “non intende chiedere scusa a nessuno. Non per presunzione, ma perché, malgrado io sia estremamente amareggiato e dispiaciuto per l’accaduto, ritengo inammissibile il comportamento del portavoce del ministro, che ha agito senza neanche preoccuparsi di sapere cosa fosse successo o quali fossero gli accordi intercorsi. Mi sembrava di ricordare che le basilari regole della buona educazione consigliassero comunque di ringraziare chi ci offre un dono, qualunque esso sia. Anche se avessimo offerto semplicemente pane e acqua avremmo meritato un gesto di risposta”.

Piccolo particolare da non sottovalutare, un particolare che la protesta del ministero non ha minimamente menzionato: il catering era un omaggio, tutto era completamente gratis.