Bufera milleproroghe: in Aula senza il voto delle commissioni

Pubblicato il 18 Febbraio 2011 - 20:27 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Nuova bufera in Parlamento con il governo che dribbla la debolezza numerica nelle commissioni e punta diritto a far approvare i provvedimenti a colpi di fiducia. Il nuovo caso, che fa infuriare l’opposizione, scoppia sul decreto milleproroghe che, pure,  è appena stato licenziato dal Senato sempre grazie alla fiducia posta dall’esecutivo.

Arrivato alla Camera, infatti, il provvedimento passa dall’esame delle commissioni Bilancio e Affari costituzionali all’Aula, ma senza il via libera ai relatori. E’ l’escamotage che trova la maggioranza per evitare di votare il decreto nelle due commissioni dove l’opposizione ha un voto in più. Il milleproroghe va così in Aula, martedì prossimo, con il testo passato al Senato, visto che gli emendamenti si intendono respinti, e senza il relatore: a riferire saranno i presidenti delle due Commissioni, Donato Bruno e Giancarlo Giorgetti. E lì, è quasi certo, il governo riproporrà la fiducia.

Quella di oggi ”è una presa d’atto che non c’è una maggioranza politica nelle commissioni chiave. Dal punto di vista parlamentare e politico registriamo una difficoltà molto forte della maggioranza” sottolinea il pidiessino Michele Ventura mentre l’Idv parla del ”punto più  basso del degrado istituzionale del Paese” con Antonio Borghesi che afferma: ” E’ uno sfregio mai visto”.

Anche il Pdl, però, si lamenta e ribadisce la necessità di riequilibrare i rapporti di forza nelle commissioni: ”La formazione tecnica della prima e della quinta commissione non rappresenta la maggioranza. L’aula dimostrerà che la maggioranza parlamentare esiste”, protesta Massimo Corsaro. Il nuovo caso riporta tuttavia d’attualità la critica manifestata di recente dal Presidente della Camera, quando la Commissione attività produttive si è vista costretta a dare il suo parere al riordino degli incentivi in una manciata di giorni.

”Due anni di tempo per dar corso a una delega e la richiesta di votare in un solo giorno” è un ”fatto che nella sua effettiva consistenza si commenta da solo…” era stata la protesta di Gianfranco Fini in Aula. Un concetto ribadito nella sostanza oggi tramite il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino. Il milleproroghe, attacca, è la dimostrazione della ”strategia muscolare di Berlusconi: le commissioni Affari costituzionali e Bilancio vedevano uno schieramento con 50 parlamentari contro e 48 a favore. E quindi non hanno fatto votare. Questa non è democrazia”.

”Altro che 325 deputati! Non hanno più la forza politica e numerica per governare l’Italia” ironizza anche il capogruppo Pd alla Camera, Dario Franceschini. La maggioranza, è la conclusione anche dell’Udc, deve ”prendere atto” che non ha i numeri e deve quindi ”passare la mano” oppure accettare elezioni anticipate.