Calderoli: “Se dimostrano che ho mentito mi dimetto”

Pubblicato il 21 Ottobre 2010 - 19:40 OLTRE 6 MESI FA

Roberto Calderoli

”Caro Presidente, a fronte delle istanze presentate, ritengo che ad aver mentito non sia stato il sottoscritto, ma quanti mi hanno accusato di aver fatto cose diverse da quelle descritte. Diversamente, sono pronto a rassegnare spontaneamente le mie dimissioni, senza bisogno di ricorrere a strumenti di sfiducia. Come Lei ben sa, quando io devo rassegnare le dimissioni le rassegno davvero, come ho già fatto in passato”. E’ quanto scrive in una lunga lettera al presidente della Camera, il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, assicurando di ”non aver mai mentito al Parlamento” sulla vicenda della norma “salva camicie verdi”.

Calderoli, nella lettera di quattro pagine inviata a Fini, difende con forza e in maniera circostanziata il suo operato. Quanto scritto, dice lo stesso ministro, ”è la semplice verità’ che ”avrei potuto non riaffermare in modo così dettagliato, ma – spiega – ho talmente a cuore le riforme che sono all’esame del Parlamento che ho ritenuto doveroso chiarire questi aspetti, soprattutto per ricostituire il clima necessario a realizzarle”.

Anche per questo, nonostante nella nota per la stampa faccia riferimento a possibili querele contro chi lo ha accusato di aver mentito, l’esponente del Carroccio si impegna ”a non presentare denuncia, nei confronti di chi mi ha accusato di aver dichiarato il falso in parlamento, se non dopo l’approvazione” delle riforme.

Calderoli, nella nota stampa, spiega di non essere ”mai stato un personaggio accomodante e ho sempre voluto dire la verità, metterla davanti a tutto, sempre, anche se si trattava di una verità scomoda, arrivando anche al punto di dovermi dimettere dalla carica di ministro: una prassi, quella delle dimissioni, non consueta, anzi assolutamente eccezionale, nella storia della Repubblica. Pertanto – aggiunge – posso dichiarare senza timori che tutto quello che ho detto in tutti questi anni e che dico tutt’ora in Parlamento non è nient’altro che la verità, la sola verità, l’unica verità. Così come è capitato anche in questa occasione”.

L’esponente leghista, riferendosi alla richiesta di sfiducia per la vicenda della norma ‘salva camicie verdi’ spiega di poter comprendere ”che l’agone della battaglia politica possa portare a eccessi, come le richieste di dimissioni o di sfiducia che in questo momento piovono a raffica, ma quello che non posso accettare è che si affermi che ho mentito al Parlamento. Comunque – conclude Calderoli nella nota – pur accettando il clima da contesa politica e gli inevitabili conseguenti eccessi che ne possono derivare, ritengo di dover avvertire che chiunque abbia dichiarato o intenderà dichiarare che io abbia mentito in Parlamento verrà poi chiamato a rispondere in sede giudiziaria di queste affermazioni, proprio perché per me la verità viene prima di tutto e nel corso della mia storia politica l’ho dimostrato tante volte, pur sapendo di andare contro il mio interesse”.