Calderoli rompe il tabù: “Arrivano tagli e sacrifici per tutti”. E indora la pillola: “Anche per parlamentari e ministri”

Pubblicato il 14 Maggio 2010 - 18:00 OLTRE 6 MESI FA

Roberto Calderoli

E’ arrivata la brutta notizia, il pessimo annuncio, l’inevitabile resa dei conti: “Ci saranno presto dei tagli per ristabilire l’economia i tagli riguarderanno tutti”. A dirlo non è il solito banchiere preoccupato per i suoi bilanci, il solito economista-Cassandra, il solito giornalista “amico della sinistra”.

A dirlo è uno dei ministri del governo Berlusconi, uno dei ministri che più conta e più sa, uno di quelli che hanno un filo diretto con Giulio Tremonti. A dire che tocca “tagliare”, stringere la cinghia, smettere di spendere è Roberto Calderoli. E’ di fatto l’annuncio di una “manovra” più consistente e dolorosa di quella già messa in conto e resa pubblica dal Ministero del Tesoro. Finora si era detto 26 miliardi in due anni, saranno probabilmente di più e più in fretta.

Per indorare la pillola Calderoli aggiunge:  Taglio del 5% agli stipendi dei parlamentari e dei ministri per dare il buon esempio”. Così come hanno fatto in Gran Bretagna e stanno facendo in Spagna e Portogallo”. E come presto faranno tutti gli altri paesi d’Europa. Paesi in cui si stanno tagliando o bloccando gli stipendi dei dipendenti pubblici, si sta aumentando l’Iva e alzando la pressione fiscale sui redditi.

“A breve – afferma Calderoli in una conversazione con l’Ansa – dovremo affrontare una manovra che prevede tagli e strumenti per il rilancio dell’economia. I tagli alle spese comporteranno sacrifici per tutti, a partire da ministri e parlamentari”. Tanto per essere chiari, Calderoli spiega che la misura del cinque per cento riguarda “alcuni”, in altri settori potrà essere “più ampia”.

Dopo la “brutta notizia” seguirà dunque a breve la sostanza: per l’Italia niente rinnovo del contratto dei pubblici dipendenti, tagli alla Sanità e altri “sacrifici per tutti”. Il tempo dell’Italia invulnerabile alla crisi è ufficialmente finito, parola di governo.