Caliendo: “Non ho mai frequentato persone sospette”

Pubblicato il 4 Agosto 2010 - 19:11 OLTRE 6 MESI FA

Giacomo Caliendo

”Non ho mai avuto alcuna disinvoltura nei rapporti perche’ non ho mai frequentato le persone sbagliate, ma solo Pasquale Lombardi che era un incensurato e che non aveva mai dato adito a sospetti”.

Il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, nel dirsi ”soddisfatto” del voto alla Camera che ha respinto la mozione contro di lui, ribadisce all’Ansa di ”non aver mai avuto rapporti con iscritti alla P2” in passato e nega di aver frequentato Flavio Carboni. ”Quando andai a casa Verdini a pranzo in settembre – spiega – non sapevo che ci fosse anche lui”.

”Continuerò a lavorare finché avrò la fiducia del Parlamento”. Il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, è ”soddisfatto” della bocciatura da parte della Camera della mozione di sfiducia nei suoi confronti. Ma avverte: ”se per ipotesi si scopre che anche solo una cosa che ho detto non è reale, allora non avrei dubbi a dimettermi. La mia verità  è basata su elementi concreti”.

Tre gli ”elementi concreti” citati da Caliendo a conferma della sua verità: ”Non ho mai chiesto al ministro Alfano di avviare un’ispezione a Milano (per l’esclusione della lista Formigoni alle regionali, ndr) , tant’è che l’ispezione non si fece”; in secondo luogo ”non c’è stato mai un mio interessamento per innalzare a 78 anni l’età pensionabile dei magistrati” di cui avrebbe potuto beneficiare il presidente della Cassazione Vincenzo Carbone perchè – afferma il sottosegretario – ”questa ipotesi che circolava l’ho ridicolizzata, come possono riferire anche i senatori D’Ambrosio, Della Monica e Casson”, vale a dire tutti ex magistrati ora parlamentari del Pd che ”ho citato come testi”.

E ancora: pur avendo partecipato al pranzo a casa di Denis Verdini, ”non ho mai partecipato a discussioni sul Lodo Alfano, né – afferma Caliendo – fatto pressioni sui giudici costituzionali o partecipato al gioco di società su quali fossero favorevoli o contrari al Lodo”. ”La mia storia personale – ripete il sottosegretario – dimostra la mia correttezza. Ho sempre detto che se i fatti fossero stati accertati non avrei avuto dubbi a prendere in considerazione qualunque decisione, comprese le dimissioni”.