Il call center muto di Berlusconi: chi sprecò 390mila euro, Lunardi o Bonaiuti?

Pubblicato il 16 Luglio 2012 - 15:54 OLTRE 6 MESI FA
Paolo Bonaiuti (Foto Lapresse)

ROMA – Il call center voluto da Silvio Berlusconi nel 2006 era muto e inutile. Muto perché di telefonate ne riceveva davvero poche. Inutile secondo la Corte dei Conti che ha quantificato uno spreco da 390mila euro alle casse dello Stato. Call center inutile, muto e oggi senza colpevole perché dal 2006 a oggi sia Paolo Bonaiuti che Pietro Lunardi sono stati ritenuti non colpevoli di quello spreco.

La storia si snoda tra il 2005 e il 2006. L’allora presidente del Consiglio Berlusconi ha appena ricevuto una batosta elettorale dalle Regionali. Tenta la rimonta in vista delle politiche 2006, quelle vinte da Romanoi Prodi. E partorisce l’idea di uno spot sulle grandi opere, spot istituzionale firmato presidenza del Consiglio. Prodotto quindi da palazzo Chigi per un costo di 93mila euro a cui vanno aggiunti altri 210mila euro per la messa in onda in gran parte pagati a Mediaset. A gennaio 2006 la pubblicità viene bloccata dall’Authority per violazione della par condicio. Lo spot conteneva anche l’indicazione di un numero verde, qualora l’ascoltatore avesse un fortissimo desiderio di avere altre delucidazioni circa le grandi opere del governo.

Il numero verde, per altro, giustifica il carattere “di servizio” della pubblicità. E qui entra in gioco il call center. Perché l’allora sottosegretario Paolo Bonaiuti chiede e ottiene che in fretta venga istituito il call center presso il ministero delle Infrastrutture allora guidato da Pietro Lunardi. La previsione di Bonaiuti è che lo spot genererà 5-10mila telefonate al giorno. Serve quindi un call center di livello. Lunardi si muove, in poco tempo viene firmato il contratto con Systemdata Center. Settecentomila euro più Iva. Ma le telefonate sono molte, molte meno. Motivo per cui il call center viene smantellato in fretta e all’azienda vengono dati solo 350mila euro. La Corte dei Conti apre un fascicolo per danno erariale. Ma Paolo Bonaiuti viene ritenuto senza responsabilità. A quel punto la procura della Corte chiede 388mila euro a Pietro Lunardi per i danni subiti dalle casse statali. Ma la sezione giurisdizionale lo assolve. Risultato: 390mila euro di spreco acclamato e nessun colpevole.