Lega e Pdl non hanno perso? Venite alla Camera…

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 18 Maggio 2011 - 19:05| Aggiornato il 19 Maggio 2011 OLTRE 6 MESI FA

foto Lapresse

ROMA – “A Milano non è andata bene, per il resto le elezioni le abbiamo pareggiate…”, così parlò Denis Verdini, coordinatore della Pdl, e persino Gasparri sembrava imbarazzato da tanto ardore e da cotanto ardire.

Purtroppo per lui, Verdini non è riuscito a caricare le truppe, neppure quelle dei parlamentari.

Se qualche cronista avesse voluto tastare il polso dei berlusconiani avrebbe dovuto assistere alla odierna seduta della Camera dei deputati, che si è trasformata in una autentica Caporetto politica. Erano in discussione le mozioni sul carcere e la maggioranza è stata battuta in tutte le votazioni che hanno registrato una contrapposizione, per di più con uno scarto tra i 10 e i 15 voti. Non è servita neppure la pausa, il frenetico arrivo di ministri e sottosegretari, i deputati non c’erano ed in aula si respirava quello stesso clima pesante e livoroso che aveva segnato le ultime settimane dei governi di centrosinistra prima del crollo finale.

Non parliamo, poi, delle battute reciproche tra leghisti e berlusconiani sui partiti azienda, sui dossier della Moratti, sul ruolo di Cosentino in Campania, sui prezzi pagati agli affari privati del capo supremo.

Non sappiamo come finiranno i ballottaggi, anzi siamo tra quelli che non credono affatto ad un rapido tracollo del governo, eppure oggi, forse per la prima volta dall’inizio della legislatura, abbiamo avvertito che qualcosa si è davvero rotto in profondità, che le crepe nella maggioranza sono reali e che riguardano le prospettive future e le modalità del rapido superamento del berlusconismo.

Per dieci giorni tenteranno di nascondere diffidenze e sospetti, ma se i ballottaggi, a partire da Milano, dovessero segnare una nuova e più rovinosa sconfitta, nulla e nessuno potrà fermare il regolamento di conti, e non ci saranno posti da sottosegretario sufficenti ad impedire che la slavina diventi una valanga.