Lo stratagemma storto di Fini: 10 anni per abolire un privilegio

Pubblicato il 30 Marzo 2012 - 10:42 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Occorreranno 10 anni per abolire i benefit agli ex presidente della Camera. Quella che era stata sbandierata come un taglio netto in pieno stile austerity, appare più come una mezza mossa di Gianfranco Fini, che della Camera è l’attuale presidente, per “salvare” se stesso ed ex presidenti come Fausto Bertinotti, Pier Ferdinando Casini, Luciano Violante . Accade quindi che sì, c’è l’addio ai benefit degli ex presidenti (uffici, segretari, auto di servizio a disposizione), ma solo a partire dal 2023.

E a Montecitorio il taglio “ad personam” diventa un caso. Anche perché il Senato poche settimane fa era stato più rigoroso con lo stop dopo dieci anni dalla cessazione dall’incarico, per tutti. Da quest’altra parte del Parlamento invece l’anno prossimo si chiuderanno le saracinesche solo per Ingrao (cessato nel ’79) e la Pivetti (’96). Ma per Violante e Bertinotti(come per l’attuale presidente Fini) i dieci anni decorreranno dalla fine di questa legislatura, ovvero dal 2013 fino appunto al 2023. Casini invece di rinunciare da subito a tutti i benefit previsti per gli ex presidenti della Camera.

E così l’ufficio di Presidenza si spacca. Il provvedimento passa ma con cinque voti contrari: oltre a Dussin (Lega) e Mura (Idv) anche quelli dei pidiellini Leone, Fontana e Milanato. Ma pure il vicepresidente Lupi ha votato no, per alzata di mano, sebbene il suo sesto non sia stato registrato a verbale. L’idv protesta: “Una presa in giro”. La Pivetti, unica delle due vittime, non ci sta: “È il risultato di un clima forcaiolo che non distingue i bersagli”.

Nel dettaglio Fini impone anche lo stop dopo dieci anni dalla data di cessazione dalla carica di presidente. Ma c’è con una postilla. “Per quanto riguarda la situazione degli attuali ex presidenti, le predette attribuzioni sono riconosciute per un periodo di dieci anni a decorrere dall’inizio della prossima legislatura” ovvero dal 2013: “A condizione che gli stessi continuino ad esercitare il mandato nella presente legislatura o abbiano esercitato l’ultimo mandato parlamentare nella precedente”. È l’escamotage che consente di mantenere fino al 2023 i benefit a Violante (dieci anni scaduti nel 2011) e Bertinotti (nel 2018). Per gli “ex” un ufficio con 4 addetti, auto quando occorre e qualche ticket aereo.

In particolare sulla vicenda della Pivetti, si è espresso anche Massimo Gramellini su La Stampa: “Vorrei prendere le difese della signora Irene Pivetti, la pensionata più giovane d’Italia a cui dal 2013 la Camera dei deputati intende togliere proditoriamente le segretarie, gli uffici e altri bonbon. La ex presidente di Montecitorio (carica da lei occupata nell’ultimo decennio del millennio scorso con dispendio notevole di foulard) ha reagito coi consueti toni sommessi, parlando di tagli forcaioli come nella Russia zarista. Un paragone su cui già si stanno arrovellando gli storici, dal momento che a toglierle le prebende non è stato Rasputin, ma lo sbarbatissimo Fini”.