Camorra, Cesaro indagato a Napoli per un affare immobiliare da 50 milioni

Pubblicato il 13 Luglio 2011 - 20:34 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI, 13 LUG – Il presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro indagato per camorra nell’ambito di un’inchiesta della procura partenopea su un affare immobiliare da 50 milioni di euro nel Casertano. Il deputato del Pdl si dice estraneo alle contestazioni di cui dice di aver appreso dalla stampa e parla di ondate di fango contro di lui. Ma l’indiscrezione è sufficiente a provocare l’ennesima bufera politico-giudiziaria.

”Io indagato? – la replica di Cesaro – se così fosse, ad informarmi sarebbe stata la rassegna stampa notturna di Rete 4 che riportava un articolo di un quotidiano napoletano, perché allo stato non ho ricevuto alcun avviso di garanzia. Il copione è sempre lo stesso: il processo mediatico prima dell’eventuale comunicazione dovuta dagli organi giudiziari”.

La notizia, apparsa oggi sui quotidiani Il Mattino e il Messaggero, prende le mosse da un’inchiesta della Dda nata dalle rivelazioni dell’avvocato Michele Santonastaso, detenuto per associazione camorristica, e del pentito Luigi Guida.

”Comunque – continua Cesaro – le premesse poco importano. Se effettivamente il mio nome fosse coinvolto nell’inchiesta giudiziaria della Dda di Napoli, la mia collaborazione con i magistrati, di cui ho assoluta fiducia, sarebbe totale e immediata. La mia linea difensiva si baserebbe su due concetti elementari: primo, non conosco assolutamente i personaggi che mi chiamano in causa, né questo presunto avvocato dei boss Michele Santonastaso, né tanto meno il pentito Luigi Guida; secondo, mancherebbe il corpo del reato, perché né io né alcun componente della mia famiglia abbiamo portato a termine alcun affare da 50 milioni di euro su terreni resi edificabili a Lusciano, né ovviamente avremmo conseguentemente pagato alcuna tangente al clan Bidognetti, di cui diffido chiunque a fare accostamenti con la mia persona”.

Fin qui la difesa di Cesaro che si dice ”assolutamente sereno” rispetto ”a una storia, d’altronde vecchia e già ampiamente smentita, che non rischia assolutamente di macchiare la mia onorabilità”.

Ma l’opposizione si scaglia all’attacco del deputato del Pdl e con Pd, Idv, Verdi e Sel ne chiede le dimissioni immediate da numero uno della Provincia. La senatrice del Pd Teresa Armato chiede al ministro Maroni di riferire in aula, mentre il responsabile Giustizia Andrea Orlando e il segretario regionale, Enzo Amendola, invitano Cesaro a chiarire. Il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli accomuna il caso a quello del ministro dell’Agricoltura Romano e parla di una intera classe politica da azzerare. Cesaro incassa invece la vicinanza del governatore campano Caldoro che si dice certo del fatto che il presidente della Provincia partenopea facendosi ascoltare dai magistrati saprà spiegare la propria estraneità alle contestazioni.