“Cancellieri si dimette”: indiscrezione Financial Times, ma non sarà indagata

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Novembre 2013 - 12:11 OLTRE 6 MESI FA
"Cancellieri si dimette": indiscrezioni del Financial Times

“Cancellieri si dimette”: indiscrezioni del Financial Times

LONDRA – “Cancellieri si dimette”: indiscrezione Financial Times, ma non sarà indagata. Il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri sarebbe in procinto di rassegnare le sue dimissioni prima del voto sulla mozione di sfiducia nei suoi confronti in programma mercoledì prossimo (20 novembre). Un’agenzia Ansa delle 11 e 34 riferisce un’indiscrezione raccolta a Londra dove il Financial Times ha organizzato un convegno cui ha partecipato il presidente del Consiglio Enrico Letta. Che ha fatto sapere di “aspettare ulteriori novità”, sia dal ministro che dalla Procura di Torino che però nel frattempo gli ha risposto su un punto decisivo: non sarà indagata. Gli atti dell’inchiesta saranno inviati a Roma, ma con un modello 45, che vuol dire senza iscrizioni di reato.

Le dimissioni volontarie rimuoverebbero il primo vero masso sul cammino del Governo all’alba della nuova maggioranza seguita alla scissione alfaniana nel Pdl. In Parlamento il ministro avrebbe dovuto affrontare la sua messa in discussione promossa dalla mozione di sfiducia dei 5 Stelle. Governo e Quirinale si erano autorevolmente spesi a difesa del ministro a proposito del suo presunto aiuto istituzionale in favore dei Ligresti, amici di famiglia, registrato in diverse telefonate su cui anche la magistratura aveva puntato i riflettori.

Ma l’imbarazzo dei Democratici ha incrinato la solidità dello scudo innalzato a sua protezione: prima le perplessità di Renzi, poi l’annuncio di una mozione di sfiducia a firma Civati (Pd), quindi l’affondo mattutino di oggi di Massimo D’Alema che invitava Cancellieri a dimettersi se indagata. Il Governo, in caso di scontro aperto in Parlamento dall’esito indefinito, pagherebbe certamente dazio in termini di stabilità perché il tormentato passaggio segnalerebbe l’avvio di una guerra di logoramento con il Pd impegnato a  favorire la transizione verso un governo “normale”, di liquidazione delle larghe intese in vista del voto anticipato. Archiviare il caso Cancellieri senza spargimenti di sangue (a parte il sacrifico dell’ex prefetto) significa disinnescare la prima vera minaccia.