Caos liste in Lombardia. “Io giovane radicale vi spiego come ho inguaiato Formigoni”

Pubblicato il 4 Marzo 2010 - 12:59 OLTRE 6 MESI FA

Ha 28 anni, una laurea in comunicazione politica e ha passato 2 anni al Parlamento europeo al fianco di Pannella e Cappato. Questo è il curriculum di Lorenzo Lipparini, il giovane radicale che ha messo i bastoni tra le ruote a Roberto Formigoni e a tutto il Pdl lombardo, presentando un esposto all’ufficio centrale regionale per contestare l’irregolarità delle firme presentate dal Pdl (ma anche dal Pd e dall’Udc) per le regionali in Lombardia. Una denuncia che ha portato all’esclusione del listino collegato al governatore in corsa per il quarto mandato.

Il giovane radicale, intervistato dal Sole 24 Ore, ha spiegato i perchè ed i come dell’intera vicenda. «È bastato leggere gli articoli di giornale – spiega Lipparini – A pochi giorni dalla scadenza dei termini per presentare le liste non c’era accordo sui nomi. Le pedine sono state piazzate all’ultimo minuto. Era materialmente impossibile per chiunque, anche a un grosso partito come il Pdl, trovare il tempo di presentare le firme autenticate a norma di legge nei tempi» .

«Domenica 28 febbraio – continua il giovane radicale – abbiamo fatto richiesta di accesso agli atti in base alla legge 241 del 1990. Ci siamo messi a spulciare non solo le liste del Pdl, ma anche quelle del Pd e dell’Udc. In tutte c’era qualcosa che non andava ma, anche tenendo conto degli errori, loro raggiungevano comunque il livello minimo di firme valide. In quelle del Pdl le irregolarità spuntavano come funghi. Sospettiamo addirittura che molte firme siano state falsificate. Per questo abbiamo fatto un esposto alla procura di Milano».

Ma quali erano questi nomi tanto discussi che hanno fatto saltare l’accordo? Ecco un esempio. Nella notte tra giovedì e venerdì, nell’elenco di intoccabili scelti personalmente da Berlusconi (il fisioterapista del Milan, l’igienista dentale già ballerina di Colorado Caffè etc.), spunta un nome nuovo, un nome voluto da Sandro Bondi. Si tratta di Paolo Cagnoni che avrebbe dovuto prendere il posto di Doriano Riparbelli. Bondi non ci è riuscito ma il listino è rimasto congelato per per altre 24 ore. Un ritardo che alla fine si è verificato fatale.