Caos Milleproroghe, il governo esce dall’Aula. L’ira di Fini contro Di Pietro e Cicchitto

Pubblicato il 25 Febbraio 2011 - 15:13 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Caos in Aula durante il voto per il decreto Milleproroghe. I deputati hanno approvato il decreto sul quale era stata chiesta la fiducia dal governo con 300 sì e 277 no. Ma prima della votazione, durante le dichiarazioni di voto, la seduta è stata sospesa dal presidente della Camera Gianfranco Fini dopo che i parlamentari del Pdl hanno lasciato l’aula in seguito all’ingresso di Antonio Di Pietro. ”La seduta non può riprendere finchè il governo non è seduto e la prego di riferire al ministro per i Rapporti con il Parlamento che questa è una situazione senza precedenti”, così ha detto Fini, rivolgendosi al sottosegretario per i Rapporti con il Parlamento Laura Ravetto che era rientrata di corsa in Aula dopo che la seduta sul Milleproroghe era stata sospesa per l’assenza del Governo nell’Emiciclo.

C’è stato anche un botta e risposta tra Fini e Di Pietro. Il leader dell’Italia dei valori durante il voto ha detto: “Questo governo, ormai è chiaro, è come il governo di Gheddafi e noi abbiamo il dovere di liberarcene dato che è del tutto simile al governo libico”.

Di Pietro si è anche rivolto ai cittadini visto che questo ”Parlamento non farà mai cadere Berlusconi”. ”Queste persone si debbono vergognare. Ci sono fatti gravissimi che abbiamo segnalato alla magistratura. Reati che si stanno consumando e che non possono essere ‘identificati’ solo perché non è un reato la ‘vendita’ della funzione parlamentare. Voi – ha concluso rivolto sempre ai cittadini – potete mandare a casa Berlusconi perché lui non si dimetterà mai, perché non potete chiedere ad Alì Babà di consegnare la chiave della cassaforte”.

Di Pietro è stato subito ripreso da Fini: “Onorevole Di Pietro, mi permetto di intervenire irritualmente perché, specie in giorni come questi, non si possono fare paragoni di questo tipo. Questo non è il governo di una feroce dittatura”.

Subito dopo Fabrizio Cicchitto, Pdl, attacca Fini: ”’La situazione è istituzionalmente insostenibile e lei si trova in una situazione di contrasto tra l’essere presidente della Camera e leader politico”. Pronta la risposta di Fini: ”Sono d’accordo con lei: la situazione è istituzionalmente insostenibile”, Fini si riferiva evidentemente alla generale situazione del governo.