Caserma Coltano? Come trivelle, pale eoliche, rigassificatori, pannelli solari…Indispensabili e rifiutati

Coltano, Pisa: una caserma per Carabinieri e paracadutisti? La si chiama maxi base e scatta l'effetto No base. Come per le trivelle, i gasdotti, le pale eoliche, i pannelli solari...La doppia faccia dei partiti e la dominanza dell'elettore ha sempre ragione. No, quello è il cliente.

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 13 Aprile 2022 - 09:43 OLTRE 6 MESI FA
Caserma Coltano? Come trivelle, pale eoliche, rigassificatori, pannelli solari...Indispensabili e rifiutati.

Caserma Coltano? Come trivelle, pale eoliche, rigassificatori, pannelli solari…Indispensabili e rifiutati FOTO ANSA

Caserma Coltano, futuribile e a questo punto improbabile caserma a Coltano nei pressi di Pisa. Per renderla più improbabile che futuribile è bastato cominciare a chiamarla maxi base militare. Dove chiamarla così? Nei Consigli comunali e regionali, nei luoghi della politica di “territorio”. E nei mezzi di comunicazione. Effetto garantito: non s’ha da fare, la gente del territorio non vuole. Argomento e veste d’occasione per il No Base: sarebbe troppo grande e verrebbe ad insistere in una zona di ambiente protetto. Argomento utilizzabile e utilizzato per ogni centimetro quadrato del territorio italiano: metterci qualsiasi cosa è sempre installare qualcosa di maxi e di pericoloso, offensivo per…l’ambiente.

L’ambiente sono…gli elettori

In realtà l’unico ambiente che gode di totale e indiscussa protezione è quello degli elettori, meglio degli elettori del territorio. La gente non vuole, politica locale spalleggia, talvolta previene la gente che non vuole. Trivelle? Non sia mai! Un governo, quello di Conte con la Lega ma soprattutto di ispirazione M5S ha varato legge ancora in vigore che di fatto vieta la ricerca e l’estrazione di gas e idrocarburi. Altrimenti viene il terremoto. Letteralmente. Ci si sono vinte elezioni con il No Triv. Gasdotto?

Per anni in Puglia M5S e Pd e governatore Emiliano hanno opposto il loro petto alla strage dell’ambiente da Tap. Strage che ovviamente non c’è stata, ma il territorio e la politica del territorio il Tap non lo volevano, temevano terremoto elettorale. E la gente, l’elettorato del territorio men che mai vuole una nave rigassificatrice a portata di sguardo o una piattaforma all’orizzonte o un parco eolico sulla collina e nemmeno off shore e neanche, dio ne scampi, una distesa di pannelli solari nella campagna che deve restare incontaminata e neanche pannelli solari sugli edifici delle città storiche, cioè tutte. Per non dire di centrali dove si produce energia, devono restare occultate come vergogne, guai se la gente le vede…

Né ideologia né ambientalismo, solo voto di scambio

Accade così che il governo nazionale produca appelli e decreti per semplificare, anzi rendere possibili le autorizzazioni oggi impossibili, e che contemporaneamente e programmaticamente Regioni e Sovrintendenze e Comuni e chiunque possa e debba autorizzare impianti dica No ad impiantare. Per ideologia anti, diciamo così, industriale? Un po’, solo un po’. Per ambientalismo e ambientalismo sopra ogni cosa? Un po’ solo un po’. Il più del No a trivelle, centrali, condotte, gasdotti, pale eoliche, campi di pannelli solari, rigassificatori, termovalorizzatori… (senza omettere la primogenitura No Tav) è solo una forma di voto di scambio. L’elettore non vuole, l’elettore del posto non vuole e la politica gli dà ragione e soddisfazione sotto minaccia esplicita di rimetterci altrimenti il prossimo voto.

I partiti venditori e l’elettore cliente

Accade così, sta accadendo per la caserma di Coltano, che i partiti politici siano in sede di governo o anche solo in sede di evidente interesse collettivo favorevoli alla caserma. Ad esempio, uno per tutti, la Lega. Nessun problema a dare tetto e base a Carabinieri e paracadutisti per la Lega di Salvini, a meno che non sia il ramo locale della Lega. Allora invece la Lega si oppone. Non solo la Lega ovviamente. L’intero sistema politico (mainstream direbbe la Meloni), l’intera dominante concezione del consenso proclama che la gente, in particolare l’elettore del posto ha sempre ragione. Postulato fasullo e soprattutto fuorviante, o forse no. Quello che ha sempre ragione non è l’elettore, è il cliente.

Se il rapporto forza e proposta e organizzazione politico-sociale nei confronti del residente elettore è quello con un cittadino, allora gli si può “imporre” l’ovvio e il doveroso sotto forma di una pubblica infrastruttura. Se invece il rapporto è quello tra un venditore (la forza politico-sociale-amministrativa) e un cliente da soddisfare (l’elettore-gente) allora invece diventerà commercialmente opportuno dargli sempre ragione. Anche e soprattutto quando pretende energia senza limiti di disponibilità in contemporanea assenza (almeno sul suo territorio) di qualsivoglia impianto energetico. Fino alla pretesa di essere protetti sì da militari e Forze Armate, a condizione che non si vedano e soprattutto non abbiano bisogno di cose ingombranti tipo basi, rimesse, magazzini, camerate, edifici, depositi e che orrore pronunciare la parola…piazze d’armi.