Caso Ablyazov, Nazarbaev e i politici italiani: Prodi, Scalfaro, Monti…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Luglio 2013 - 11:16 OLTRE 6 MESI FA
Caso Ablyazov, Nazarbaev e i politici italiani: Prodi, Scalfaro, Monti...

Nursultan Nazarbaev (Foto Lapresse)

LONDRA – Politici italiani e rapporti con il Kazakhstan, non c’è solo Silvio Berlusconi. Il quotidiano Libero e il settimanale Panorama ricordano il lungo elenco di presidenti del Consiglio e della Repubblica italiana che hanno frequentato l’ex Repubblica sovietica dopo la caduta dell’Urss. Un ventennio in cui il capo incontrastato del Paese è stato sempre e solo il discusso Nursultan Nazarbaev, presidente padrone che avrebbe costretto all’esilio Mukhtar Ablyazov e la sua famiglia.

Politici di spicco come Oscar Luigi Scalfaro, Romano Prodi, Lamberto Dini, Mario Monti sono tutti stati in visita ufficiale ad Astana. Comprensibile, se si pensa che il Paese è uno dei più ricchi di gas naturale e Roma dipende quasi totalmente dalle importazioni a livello energetico.

Solo il 23 maggio, una settimana prima del blitz di Casal Palocco che ha scatenato il caso Mukhtar Ablyazov, l’ex presidente del Consiglio Prodi era nella capitale kazaka per una relazione sui problemi della zona euro. L’ex leader dell’Ulivo ha mantenuto i contatti con il Kazakhstan, “viene tre volte l’anno e mantiene ottimi rapporti con Nazarbayev”, ha detto una fonte kazaka di Panorama.

Come il presidente russo Vladimir Putin, anche Nazarbaev ha creato un comitato di consulenti che comprende, oltre a Prodi, l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder,  l’ex cancelliere austriaco Alfred Gusenbauer, l’ex premier britannico Tony Blair, il presidente emerito polacco Aleksander Kwasniewski e l’ex ministro dell’interno tedesco Otto Schilly. Un vero e proprio comitato bipartisan, i cui membri sono tutti ben retribuiti, secondo quanto scrive Libero, che, citando Panorama, parla di parcelle da milioni di euro.

Il Kazakhstan, a dispetto della sua collocazione e della sua storia e arte non proprio notissime, attrae personalità importanti anche in altri ambiti. Sempre Libero cita l’archistar britannica Norman Foster, autore del mausoleo della pace e della tolleranza di Astana, l’attore americano Steven Seagal, l’attrice americana Michelle Rodriguez, l’attore Michael Madsen, e Nicole Scherzinger.

Dopo l’espulsione di Alma Shalabayeva in Italia in molti si sono messi a criticare il Kazakhstan e Nazarbaev, prima per lo più sconosciuto dai comuni cittadini, e a difendere Mukhtar Ablyazov.  Eppure, sottolinea Franco Bechis su Libero,

fino ai primi di luglio del 2013 questo plotone di esperti era rinchiuso in qualche caverna, senza telefoni né computer. Il nome di Ablyazov non è infatti mai stato citato negli ultimi 10 anni da nessun grande quotidiano italiano. Non un rigo ai tempi della sua opposizione politica al presidente kazako Nursultan Nazarbayev, non una breve su Repubblica o sul Corriere della Sera a proposito dei suoi 10 mesi di prigione, con maltrattamenti e torture. Non un cenno alle successive avventure di banchiere, all’emigrazione a Mosca, l’espatrio a Londra, l’asilo politico concesso nel 2011.

Bechis ricostruisce la genesi della notizia dell’espulsione di Alma Shalabayeva sulla stampa italiana:

Partiamo proprio dal caso politico di queste ore: l’irruzione nella villetta di Casal Palocco nella notte fra il 28 e il 29 maggio scorso, che ha portato all’espulsione della moglie della figlia di Ablyazov il 31 maggio. Quel giorno stesso l’Ansa alle ore 20 ha raccontato tutta la storia in un lungo dispaccio che si basava sulla denuncia del legale di Alma Shalabayeva. Né Repubblica, né il Corriere della Sera hanno ritenuto la notizia degna di nota. Il 5 giugno è esploso il caso politico grazie a Sel. Ma anche qui se ne sono tutti infischiati. Repubblica quello stesso giorno affida alla penna di Raffaella Cosentino una minuziosa ricostruzione dei fatti. Non la ritiene però degna di pubblicazione sull’edizione cartacea. Il documentato articolo finisce nella sezione “Mondo solidale” del sito Internet del giornale – sotto sezione “Immigrazione” – con il titolo non proprio accattivante: “Immigrati kazaki, il rimpatrio dal Cie di moglie e figlia dell’oppositore al regime”. Nel sommario si commentava: «Una vicenda opaca con risonanze internazionali (…) Non è la prima volta che viene denunciato l’uso del Cie per finalità dubbie». Si fa fatica a riconoscere in quella impaginazione la testata diretta da quello stesso Ezio Mauro che dopo 40 giorni tuonava dalla prima pagina “Dimissioni!” a proposito degli stessi identici fatti ritenuti non degni di pubblicazione un mese prima.

(…). Null’altro sulla stampa italiana è apparso in questi anni. Salvo appunto le veline dell’Eni, dell’Unicredit e soprattutto dei politici italiani che spesso si recavano in Kazakistan o ricevevano a Roma Nazarbayev. Adesso sembra che l’unico fosse Silvio Berlusconi, che l’ha incontrato 4 volte in 10 anni da premier. Romano Prodi l’ha visto invece ben 6 volte in soli 4 anni di governo: sia nel 1996-98 che nel 2006-08. L’8 ottobre 2007 si è portato ad Astana, facendoli sfilare davanti all’amico Nazarbayev, il ministro del Commercio Estero Emma Bonino, Luca Cordero di Montezemolo e 250 fra banchieri e imprenditori. In quell’occasione qualcuno accennò ai diritti umani nel paese? Macchè.