Caso Busi-Minzolini. Giornalista fuori o dentro, la polemica politica nel Cda Rai

Pubblicato il 2 Aprile 2010 - 21:44| Aggiornato il 3 Aprile 2010 OLTRE 6 MESI FA

Alla lettera di contestazione formale che ieri le ha mandato il direttore del Tg1 Augusto Minzolini per l’intervista rilasciata a Repubblica, Maria Luisa Busi ha risposto oggi rivendicando il diritto, sancito dalla Costituzione e dallo Statuto dei lavoratori, a esprimere liberamente il suo pensiero, tanto più in veste di consigliere nazionale della Federazione nazionale della stampa. La lettera è diretta anche al direttore generale Mauro Masi, al presidente Paolo Garimberti e al responsabile delle Risorse umane Luciano Flussi.

Continua così la polemica dopo l’avvicendamento alla conduzione di alcune edizioni del Tg1, che aveva portato ad un’intervista polemica della Busi al quotidiano e la conseguente lettera di richiamo del direttore. Oggi poi era sceso in campo anche il consigliere d’amministrazione Rai Antonio Verro, che sempre a Repubblica aveva detto: «Non è tollerabile che un volto del Tg delle 20 sconfessi la linea del Telegiornale che interpreta ogni sera. Per coerenza si dimetta».

Coda polemica all’interno dello stesso Cda con Nino Rizzo Nervo che ha scelto il sarcasmo: «L’invito alle dimissioni di Maria Luisa Busi e l’inevitabile richiesta di danni mi sembra una soluzione troppo buonista e pertanto non condivisibile. Il direttore generale accolga tempestivamente la richiesta di provvedimento disciplinare avanzata dal direttore del TG1 e le commini la sanzione del taglio della lingua».

Giorgio Van Straten giudica “ridicola” l’ipotesi di una sanzione disciplinare a carico di Maria Luisa Busi, «che fra l’altro è uno dei consiglieri nazionali della Fnsi: sarebbe come se un sindacalista non potesse dire sua sulla Fiat». Né si possono contestare alla giornalista, secondo il consigliere, le osservazioni sul calo di ascolti del Tg1. Il problema, da sottoporre «all’attenzione del consiglio di amministrazione e del direttore generale», secondo Van Straten, «è che il Tg1 non può essere diretto così».

Dalla Commissione di Vigilanza Rai parla il vicepresidente Giorgio Merlo (Pd), che trova «francamente stucchevole, nonché inquietante, che un membro del cda pensi di punire una giornalista del servizio pubblico per le opinioni che esprime». Con Verro scende in campo il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto: «Il consigliere si era limitato a ricordare alla giornalista Busi che se dissentiva dalla linea editoriale di Minzolini nessuno le vietava di togliere il suo volto dal Tg1». E anche per il portavoce Pdl Daniele Capezzone «i soliti noti del Pd e dell’ala militante del cda Rai (Rizzo Nervo in testa) farebbero bene a rassegnarsi: le loro intimidazioni nei confronti del Tg1 di Augusto Minzolini sono fallite, e hanno ormai qualcosa di risibile».

Ma in serata Verro torna sul tema: «Per chiarire ed evitare ogni fraintendimento, ribadisco che non c’é alcuna richiesta di dimissioni e nessuna intenzione di intervenire in ambiti che non mi competono. Come membro del cda Rai, il mio era solamente un appello alla coerenza e un doveroso richiamo al rispetto dei ruoli».