Caso Di Girolamo: dal centrodestra un coro contro voto italiani all’estero

Pubblicato il 26 Febbraio 2010 - 13:53 OLTRE 6 MESI FA

Nicola Di Girolamo

Dopo la maxi inchiesta che ha coinvolto anche il senatore del Pdl Nicola Di Girolamo dal centrodestra piovono le richieste per abolire o almeno modificare il sistema di voto degli italiani all’estero. Di Girolamo, infatti, è stato eletto nelle fila di “Italiani nel Mondo”, lista alleata col Pdl,  grazie al voto dei cittadini non residenti nel nostro Paese.

Per il Presidente del Senato Renato Schifani, «il voto per corrispondenza è uno scandalo da eliminare. Va cambiata la legge». Una posizione, quella della seconda carica dello Stato, condivisa anche da Fabrizio Cicchitto:  «Al di là del caso Di Girolamo, su cui ha detto cose ampiamente condivisibili il Presidente del Senato Renato Schifani, è evidente, che è  necessario rivedere la legge per il voto degli italiani all’estero: con la normativa vigente, infatti, non è pienamente assicurata la trasparenza delle liste e i rischi di manipolazione del voto sono molto alti».

Ancora più netto il giudizio del segretario repubblicano Francesco Nucara:  «Il voto degli italiani all’estero andrebbe abolito, perché non controllabile, se non lo si vuole abolire perlomeno si impedisca il voto per corrispondenza».

Perplessa anche la Lega Nord che, per bocca del presidente della commissioni Esteri della Camera Stefano Stefani precisa: «Il sistema del voto per gli italiani all’estero ha mostrato decisamente dei limiti. E’ il caso di intervenire e di apportare delle modifiche al sistema elettorale ha dimostrato di essere facilmente manipolabile».

Critico sulla normativa attuale anche il sottosegretario Carlo Giovanardi che, in un’intervista a Il Giornale parla di «esperimento fallito» e si dice convinto che «gli italiani all’estero devono poter votare, qui o per corrispondenza, ma per deputati e senatori che stanno in Italia». Per Giovanardi occorre «tornare indietro», anche perché «essere eletti in circoscrizioni così ampie» richiede finanziamenti difficili «da controllare».

Completamente diverso, invece, il giudizio di “Italiani nel Mondo”: «Il voto all’estero è un diritto, certamente non è un problema nè un cancro da estirpare» ha detto Aldo Di Biagio, Responsabile Italiani nel Mondo del Pdl. «Da come si sta parlando in queste ore, – ha aggiunto – tutti sapevano e tutti preannunciano il marcio nelle elezioni degli italiani nel mondo, un eccesso di saccenza che delude e sposta l’epicentro del problema attuale. Siamo dinanzi ad un presunto reato grave e deplorevole compiuto da un signore, e di conseguenza è necessario ed opportuno che la giustizia faccia il suo corso, ma da qui a condannare tutto il comparto degli italiani nel Mondo e le loro modalità di esercizio di voto mi sembra qualcosa detto giusto per aprire bocca».

Il segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani, più che sulle regole punta l’indice su Di Girolamo: «Noi avevamo gia’ a suo tempo lavorato per la decadenza di quel senatore».