Caso Lusi. Lotti difende Renzi: “Cavini non era il mandatario elettorale”

Pubblicato il 24 Maggio 2012 - 22:32 OLTRE 6 MESI FA

FIRENZE – Bruno Cavini non e’ ”mai stato il mandatario elettorale di Renzi, come facilmente riscontrabile da tutti i documenti”. Lo dichiara in una nota Luca Lotti, capo di gabinetto del sindaco di Firenze Matteo Renzi, in merito al caso Lusi e alle dichiarazioni della sua segretaria Francesca Fiore.

Lotti spiega che ”dobbiamo essere grati” alla segretaria di Lusi ”che mette fine a tre mesi di illazioni, polemiche e velate minacce, raccontando quello che da sempre diciamo a proposito dell’asserito, ma in realta’ inesistente, finanziamento della Margherita alla campagna elettorale di Matteo Renzi.

”Le dichiarazioni di Cavini – prosegue Lotti – che confermano gli incontri con lo staff di Lusi, del resto, sono state riportate sin dal 4 marzo nelle testate locali. Giova dunque precisare per l’ennesima volta, fino alla noia, che le due fatture cui immaginiamo si riferisca il senatore Lusi non hanno niente a che vedere con la campagna elettorale di Renzi, come e’ stato confermato anche dal resoconto della campagna elettorale medesimo dell’allora candidato sindaco.

E come il senatore Lusi puo’ agevolmente dimostrare presentando la documentazione delle fatture. Peraltro e’ utile sottolineare come Bruno Cavini non sia mai stato il mandatario elettorale di Renzi, come facilmente riscontrabile da tutti i documenti. Forse da questo equivoco nasce l’assurda e ingiustificabile dichiarazione del senatore Lusi su Renzi.

C’e’ allora da essere grati alla signora Fiore per aver chiarito definitivamente un’incomprensione che ha gettato ingiustamente discredito sul Sindaco e sul suo operato. Quanto a noi, non possiamo che ribadire la speranza, gia’ espressa da Renzi, che siano finalmente pubblicate tutte le fatture della Margherita, come pure quelle di tutti gli altri partiti, per capire dove sono stati messi i denari e, soprattutto, verificare se esistono cifre stornate per esigenze non politiche”.

Il giorno stesso della pubblicazione della notizia da parte di Franco Bechis su Libero, Cavini aveva gia’ spiegato di aver personalmente incontrato lo staff della tesoreria della Margherita per chiedere di poter accedere ai contributi del finanziamento pubblico anche per il territorio fiorentino, come del resto si era fatto piu’ volte in passato.

Era gia’ accaduto nel 2004 per la campagna elettorale amministrativa e per molti convegni che avevamo organizzato, da Vallombrosa a Fiesole. Era del resto normale: i soldi del finanziamento pubblico andavano a iniziative politiche, non alle case dei dirigenti. E il tutto con fatture e bonifici in modo trasparente”.