Giustizia, il Cdm approva il piano svuota carceri della Severino

Pubblicato il 16 Dicembre 2011 - 13:55 OLTRE 6 MESI FA

(Foto LaPresse)

ROMA – Un nutrito pacchetto di interventi per affrontare due ataviche emergenze della giustizia italiana, le carceri e il processo civile: è stato approvato in Consiglio dei Ministri su proposta del ministro della Giustizia Paola Severino, che già due giorni fa, da Bruxelles, a margine dei lavori del Consiglio GAI (Giustizia e Affari Interni) dell’Unione Europea, ne aveva anticipato sommariamente contenuti e finalità.

Due le soluzioni “svuota carceri” che la guardasigilli presenterà per decreto e in accordo con la collega dell’interno Annamaria Cancellieri. Il primo: trattenere nelle camere di sicurezza degli uffici di polizia, anziché mandarli in cella, gli arrestati che devono affrontare un processo per direttissima. Il secondo: ampliare da 12 a 18 mesi la norma dell’ex guardasigilli Angelino Alfano, che manda ai domiciliari chi ha da scontare ancora un anno di carcere per reati non gravi. La misura scadrà, come già previsto, nel dicembre del 2013.

Dei 68.050 detenuti attualmente presenti in carcere, si libereranno 21-22mila nel primo caso e tra i 3.300 e i 3.600 con il secondo. La norma che un anno fa fu chiamata la “svuota carceri” continua e consentirà un risparmio di 375 mila euro al giorno.

Punto più sensibile il primo, quello sulle celle in questura, perché le camere di sicurezza in Italia non godono di una buona nomea ma Severino e Cancellieri assicurano che le garanzie saranno di massimo livello, sia sulle strutture che sui controlli da parte dei magistrati. Le altre misure svuota carceri che la guardasigilli vuole portare in Cdm sono la cosiddetta “messa in prova”, sperimentata per i minori, per cui al posto del carcere (fino a tre o quattro anni) la condanna è a svolgere i famosi lavori socialmente utili. Ancora: La reclusione domiciliare, che dovrebbe diventare pena autonoma e non alternativa. Infine, la sospensione del procedimento per gli irreperibili (più volte sollecitata dall’Anm).

Due interventi suggellano un impegno a 360 gradi per risolvere l’emergenza nei penitenziari. Una carta dei diritti scritta in tutte le lingue da consegnare al detenuto al momento del suo ingresso in cella, che diventerà obbligatoria nel regolamento carcerario, con un Dpr. Infine un pacchetto sul civile: alcune norme per velocizzare il processo civile e accorpare alcuni uffici del giudice di pace