Cdm. Via libera a inasprimento delle pene per corruzione

Pubblicato il 19 Febbraio 2010 - 11:52 OLTRE 6 MESI FA

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera, salvo intese, all’inasprimento delle pene per corruzione. Come annunciato ieri 18 febbraio dal premier Silvio Berlusconi, il governo ha approvato il cosiddetto ddl anti-corruzione, che prevede le norme che inaspriscono le pene per i reati di corruzione e concussione.

Cuore del provvedimento un aumento delle sanzioni per i reati contro la pubblica amministrazione, con pene accessorie come l’incompatibilità, l’ineleggibilità e l’interdizione dai pubblici uffici. L’aumento delle pene non dovrebbe però sfondare il limite dei 10 anni, superato il quale il ddl rischierebbe di non raccordarsi più con la prescrizione processuale prevista dal “processo breve”.

Ma solo la prossima settimana il via libera si concretizzerà in un ddl. Il consiglio dei ministri – secondo quanto si è appreso da fonti governative – ha infatti deciso di suddividere in tre capitoli le misure: quelle relative all’inasprimento delle pene sui reati contro la Pubblica amministrazione resteranno di competenza del ministero della Giustizia; sulle misure di intervento sul testo unico degli enti locali (ineleggibilità e incompatibilità dei condannati) sarà il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli a mettere a punto norme ‘ad hoc’; il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta dovrà infine studiare misure di efficienza che facciano da filtro al diffondersi della corruzione nella Pubblica amministrazione.