Cecilie Kyenge: “Salvini dia soldi che spende per il referendum a mio ministero”

di redazione Blitz
Pubblicato il 9 Agosto 2013 - 00:54 OLTRE 6 MESI FA
Il ministro Cecile Kyenge (LaPresse)

Il ministro Cecile Kyenge (LaPresse)

ROMA – “A Salvini chiedo di mettere a disposizione del mio Ministero i soldi che spenderebbe per fare un referendum per abolirlo”: così il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge, all’Ansa replica al vice segretario della Lega Nord Matteo Salvini che su Facebook propone di indire un referendum per abolire un dicastero “inutile, costoso”.  

”Stiamo ancora aspettando che la Lega spieghi lo sperpero di denaro pubblico per le famose sedi dei ministeri alla villa Reale di Monza, quelli sì veramente inutili”: il capogruppo del Pd al Consiglio regionale della Lombardia, Alessandro Alfieri, si rivolge così al vicesegretario della Lega, Matteo Salvini, che ha ipotizzato la cancellazione del dicastero dell’Integrazione per via referendaria. ”Il tema dell‘integrazione è centrale in tutta Europa – aggiunge Alfieri -. Se l’eurodeputato Salvini frequentasse un po’ più le capitali europee e un po’ meno la fantomatica macroregione, si renderebbe conto di quanto sia opportuno che il governo abbia un ministro dedicato a queste politiche, tanto delicate quanto strategiche”.

E in serata Matteo Salvini risponde a quanto dichiarato dal ministro Kyenge e da Alessandro Alfieri, capogruppo Pd al Consilgio regionale della Lombardia: “L’integrazione, quella vera, la fanno i sindaci e gli amministratori della Lega impegnati ogni giorno sul territorio nonostante i tagli del governo di Roma e non un ministero ipocrita”.

‘Mi fa piacere – si legge in una nota – che grazie alle proposte della Lega, almeno ogni tanto Cecile Kyenge si ricordi di essere ministro di un governo italiano e faccia proposte a favore anche degli italiani”.

”Da un ministro della Repubblica italiana – ha aggiunto il vice di Maroni – mi aspetto politiche e interventi non solo per i rom o per chi sbarca a Lampedusa, ma anche e soprattutto per i tanti italiani che meritano l’attenzione delle istituzioni, a partire dai disoccupati e dagli esodati”.