Celentano attacca governo e Berlusconi: “Ci avvelenano, cacciamoli”

Pubblicato il 29 Aprile 2011 - 15:01 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Adriano Celentano attacca il governo in una lettera pubblicata su Il Fatto Quotidiano. Il cantante ha detto che l’esecutivo, “sfidando l’intelligenza anche di chi lo ha votato”, continua “nella sua demoniaca voglia di avvelenare gli italiani”. Il riferimento, nemmeno troppo velato, è alla politica favorevole alle centrali nucleare.

Celentano ribadisce che quello del governo è “un trucco per indebolire il referendum: senza il quesito del nucleare (e ora state tentando di far saltare anche quello sull’acqua), sperate che il legittimo impedimento non raggiunga il quorum”.

In ogni caso”, sottolinea il cantante, “non si potrà fare a meno di andare a votare. Se non altro per non deludere quel milione di persone che vede in Antonio Di Pietro l’unico vero combattente per la salute delle prossime generazioni”.

In più punti della lettera, Celentano esalta la figura del leader dell’Italia dei Valori, definendolo “cristallino” e spiegando che “stia cercando di salvarci dall’immane catastrofe”.

Non manca il riferimento a Silvio Berlusconi, indicato come “ormai in preda a uno stato confusionale”. Celentano si rivolge al premier chiamandolo ironicamente “Silvia”: “ma a ciò che è rimasto della sua coscienza che, per meglio identificarla a chi legge la chiamerò con lo stesso nome del presidente del Consiglio, ma al femminile, poiché mi piace immaginare che la voce della coscienza abbia piuttosto i modi dolci e gentili di una bella figura femminile che non quelli rudi e maschili. Cara Silvia, il fatto che tu sia inascoltata non significa che tu debba calare le braghe, scusa volevo dire la gonna, non so come sei vestita, non ha importanza; ma al governo c’è qualcuno di cui forse tu hai smarrito la fisionomia e che sta sbagliando tutto. Se tu lo molli si perde definitivamente e chi ci va di mezzo poi è la povera gente che lo ha votato. È il momento invece di alzare la voce e fargli capire come stanno le cose. Devi dirgli che gli italiani non sono così cretini…”.