Censimento rom, Salvini tira dritto: “Non mollo, prima gli italiani e la loro sicurezza”

di redazione Blitz
Pubblicato il 19 Giugno 2018 - 13:24 OLTRE 6 MESI FA
Salvini insiste: "Sui rom non mollo"

Salvini insiste: “Sui rom non mollo”

ROMA – Matteo Salvini non molla. L’annuncio di un possibile censimento della popolazione rom in Italia, ha preoccupato tutti, risvegliando il ricordo delle leggi razziali di appena 80 anni fa e tristemente sempre più dimenticate. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Sono insorte le associazioni nomadi, gli ebrei, l’opposizione e hanno mugugnato pure gli alleati di governo, con Di Maio che ha bollato l’iniziativa come “incostituzionale”. Ma sul nuovo fronte aperto dopo quello contro i migranti, il ministro dell’Interno non arretra di un millimetro.

“Censimento dei Rom e controllo dei soldi pubblici spesi. Se lo propone la sinistra va bene, se lo propongo io è RAZZISMO – ha scritto Salvini su Facebook – Io non mollo e vado dritto! Prima gli italiani e la loro sicurezza”. A corredo il vicepremier condivide anche un articolo in cui si dimostra che una prima  schedatura dei campi rom fu pensata dalla giunta di sinistra di Milano.

Parole di pietra, dopo che ieri in serata, dopo aver fatto indignare mezza Italia, aveva provato ad aggiustare il tiro: “Nessuna schedatura – aveva detto – tuteliamo i bambini”. Una precisazione accolta con soddisfazione dall’alleato Luigi Di Maio: “Mi fa piacere che Salvini abbia smentito qualsiasi ipotesi di censimento registrazione o schedatura, se una cosa non è costituzionale non la si può fare”.

Era stato il precedente ministro dell’Interno leghista, Roberto Maroni, ad avviare nel 2008 un censimento dei rom, anche con la contestata proposta di rilevare le impronte. Ma ora Salvini non ha alcuna intenzione di mollare la presa su quello che è il suo core business. Del resto, già nell’accordo di programma M5S-Lega era comunque contenuta la stretta sui rom, con “il pieno superamento dei campi”, diventati ormai “un grave problema sociale” e “l’obbligo di frequenza scolastica dei minori pena l’allontanamento dalla famiglia”.