Flavio Zanonato, chi è il ministro dello Sviluppo Economico / Scheda

Pubblicato il 28 Aprile 2013 - 16:00| Aggiornato il 22 Febbraio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Chi è Flavio Zanonato, ministro dello Sviluppo Economico del governo di Enrico Letta?

Il suo profilo, e l’immagine un po’ da ”sceriffo” di sinistra, potevano avvicinarlo piu’ a un incarico da ministro degli Interni. Ma Flavio Zanonato, politico di lungo corso, dovra’ ora mettere a frutto 20 anni di esperienza da sindaco, a Padova, nel rilancio economico del Paese. Sui temi piu’ attinenti allo sviluppo, e’ nota ad esempio la sua posizione non dogmatica sul nucleare: ”non sono contrario all’energia nucleare. Penso – si legge sul suo blog – che sia importante usare le energie rinnovabili, ma che queste non bastino per soddisfare il fabbisogno energetico di un mondo di 7 miliardi di persone”.

Fautore delle aggregazioni nelle public utilities, Zanonato e’ stato tra i promotori della fusione di Acegas-Aps nell’emiliana Hera. Sul piano delle politiche fiscali si e’ battuto invece perche’ l’Imu fosse ”attribuita integralmente ai Comuni”, manifestando contrarieta’ alla sua abolizione, perche’ ”l’Imu in realta’ e’ la tassa di condominio delle citta’, necessaria per il pagamento dei servizi ai cittadini”.

Il nuovo ministro allo sviluppo del governo Letta ha 62 anni ed e’ entrato in politica da giovanissimo, nel Pci, attraversando poi tutte le formazioni politiche nelle quali il partito si e’ evoluto, fino al Pd, di cui e’ esponente di rilievo. Sposato con un figlio, Zanonato e’ nato a Padova il 24 luglio 1950. Cresciuto in un quartiere popolare, proveniente da una famiglia operaia e cattolica, ha iniziato l’impegno politico negli anni dei movimenti studenteschi in una citta’ universitaria qual’e’ Padova.

Carriera rapidissima, e’ stato prima consigliere comunale, quindi segretario provinciale del Pci, ed ha proseguito a Botteghe Oscure, a Roma, portato nella direzione nazionale da Piero Fassino, direttore del settore immigrazione ed emigrazione. Ma la storia di Zanonato – attuale vice presidente dell’Anci e responsabile del settore immigrazione – e’ legata a Padova, una delle citta’ simbolo del Nordest, di cui e’ sindaco per la terza volta.

Ad eccezione del quinquennio 1999-2004, quando fu battuto da Giustina Destra (Forza Italia) – Zanonato ha governato il capoluogo euganeo dal 1993 in poi: entrando in corsa in piena ‘tangentopoli’, poi rieletto nel 1995 per la prima volta con il maggioritario, quindi dopo la parentesi Destro, ancora rieletto sindaco nel giugno 2004; infine riconfermato per la terza volta nel giugno 2009, con il 52% dei consensi, davanti al candidato del centrodestra, lo sciabolatore Marco Marin.

Hanno fatto storia le sue battaglie contro il degrado e la sicurezza in citta’. Su tutti il mitizzato ”muro” di Via Anelli, l’area residenziale preda degli spacciatori che Zanonato alla fine ha chiuso e bonificato, ma anche le multe alle prostitute su strada e ai loro clienti, la lotta serrata allo spaccio di stupefacenti. Piglio decisionista, Zanonato non cede di un centimetro quando la polemica politica si fa rovente. Famosi i duelli con Giancarlo Galan – le accuse di ”energumeno” e ”fannullone” gli sono valse una querela dell’ex ministro per diffamazione – ma anche con l’attuale governatore veneto Luca Zaia, in occasione delle iniziative per i 150 anni dell’Italia.

Piu’ recentemente anche con la collega di partito Laura Puppato – ”piccolo gerarca” lei su twitter, ”buon senso da massaia in tv” la risposta di lui – e, ancor prima, con la ‘collega di Governo’ Nunzia De Girolamo, a proposito dell’infelice frase di quest’ultima sul Veneto ”terra contadina in assoluto”. Uno dei suoi twitter di oggi l’ha invece dedicato a Beppe Grillo: ”vi siete messi fuori gioco da soli. I voti dati a voi sono inutili, perche’ vanno in frigorifero e non contano nelle vicende dell’Italia”.