“Chi” di Signorini: famiglia reale + attacchi a sinistra= successo

Pubblicato il 11 Gennaio 2011 - 01:09 OLTRE 6 MESI FA

Alfonso Signorini non solo è uno dei giornalisti italiani di maggiore successo, ma è anche tra quelli più noti, circondato da una atmosfera di “glamour” che pochi possono vantare, con una attività mondana intensa e ai massimi livelli di frequentazione.

Si può anche dire che  Signorini sia tra i più bravi, perché è riuscito a realizzare una formula rara, combinando l’alta tiratura del suo settimanale, “Chi”, con una esibizione della real casa Berlusconi, dei suoi “clientes” e dello stesso Signorini esibito nell’intimo della corte con una assenza di ritegno che in altri tempi avrebbe fatto arricciare molti nasi raffinati dentro la professione giornalistica.

Sensibilità a parte, nella storia del giornalismo pochi sono riusciti a mettere assieme le due cose: vendere copie e compiacere i padroni, e questo richiede una capacità giornalistica fuori del comune, una mano sicura anzi infallibile nella scelta dei temi di contorno, anche se in parte il successo di “Chi” è agevolato dal fatto che i “padroni” del giornale, la famiglia di Silvio Berlusconi, che controlla la casa editrice, la Mondadori, di cui Marina Berlusconi, figlia di Silvio, è presidente, costituisce una delle famiglie più in vista d’Italia, della quale ogni accadimento è evento, amata da metà degli Italiani, invidiata da molti, detestata dall’altra metà ai cui pensieri è comunque in cima.

L’ammirazione per il successo di Signorini ha anche spinto Blitzquotidiano a chiedere una intervista, attraverso Pino Nicotri, ma la richiesta è stata respinta. Nicotri ha già sentito da Candida Morvillo, direttrice di Novella 2000 ma con qualità professionali che non la farebbero sfigurare nemmeno su ben più alte poltrone direzionali. Nicotri sta cercando di mettere a fuoco il ribaltamento di ruoli che c’è stato nella grande stampa nazionale negli ultimi anni, in cui si sono visti spesso i grandi quotidiani a rimorchio di settimanali come appunto Novella 2000, Chi, Oggi, Vanity Fair e di siti internet come Dagospia.

Dagospia esercita anche molta influenza culturale, oltre che informativa, sulle redazioni principali e i settimanali, che una volta erano guardati con una certa altezzosità se non si trattava di Espresso e Panorama, sono diventati parte della dieta giornaliera di notizie. Le notizie sono tali con piena dignità, perché riguardano i misfatti dell’empireo della vita pubblica italiana (l’interesse per i fatti internazionali è abbastanza limitato), anche se vengono chiamate gossip per ridurne l’effetto dirompente. In realtà gossip è una parola inglese che significa pettegolezzo e un grande newsmagazine come Time non si vergognava, nei suoi anni d’oro, di avere una rubrica intitolata pettegolezzo, gossip appunto, termine che è stato poi reso di uso comune in Italia da Carlo Rossella, che ha diretto Stampa Sera, la Stampa e Panorama, prima di presiedere la Medusa Film.