“Fdi ha reso praticamente impossibile abortire nelle Marche che governa”. A denunciarlo è Chiara Ferragni nelle sue Storie di Instagram, entrando così a gamba tesa nella campagna elettorale con un appello ai follower: “Ora è il nostro tempo di agire e far si che queste cose non accadano”.
“Una politica che rischia di diventare nazionale se la destra vince le elezioni”, ammonisce Ferragni con la foto di una sala operatoria sullo sfondo. Il tutto a meno di 24 ore dall’avvio della campagna elettorale di Giorgia Meloni proprio ad Ancona, dove ha rilanciato il “modello Marche”, regione guidata dal 2020 da Francesco Acquaroli di Fdi, per vincere e governare l’Italia.
Chiara Ferragni, la replica di Fratelli d’Italia
Immediata la replica del partito di Meloni: Isabella Rauti, responsabile del dipartimento famiglia di Fratelli d’Italia, ed Eugenia Roccella, candidata nelle liste di Fratelli d’Italia, invitano l’influencer a “informarsi sulla base dei dati” e a consultare le relazioni annuali al Parlamento sulla legge 194.
Dall’ultima, affermano, “firmata dal ministro Speranza si evince che nelle Marche l’offerta del cosiddetto servizio di Ivg (Interruzione volontaria di gravidanza) è di gran lunga superiore a quella nazionale: le interruzioni volontarie di gravidanza, possono essere effettuate nel 92,9% delle strutture sanitarie mentre la media italiana è del 62%”.
“Per quanto riguarda gli obiettori – aggiungono – il numero di aborti a carico dei medici non obiettori è 0,8 aborti a settimana, non sembra quindi che l’obiezione di coscienza, diritto civile previsto dalla legge 194, sia un ostacolo”.
Così anche la deputata Lucia Albano, secondo la quale “nelle Marche, la situazione è esattamente la stessa di due anni fa, quando la Regione era a guida Pd”.
Chiara Ferragni, Pd e femministe sono con lei
Ferragni intanto incassa l’approvazione del Pd e la deputata marchigiana Alessia Morani la invita nelle Marche. Con l’influencer concordano anche le femministe di Non una di meno, che hanno manifestato davanti alla Regione il 21 settembre 2021, Giornata Internazionale dell’Aborto sicuro.
“E’ una situazione che denunciamo da anni, da quando c’era il governo di centrosinistra e che negli ultimi due anni, con il governo di centrodestra, si è ulteriormente accentuata”, dice all’Ansa l’attivista Marte Manca. Che stima l’obiezione di coscienza, a seconda delle strutture ospedaliere, “tra il 70% e il 100%”.
Non una di meno torna alla carica anche sulla “mancata applicazione delle linee di indirizzo ministeriali per la Ru486, non recepite nelle Marche” dove la pillola abortiva non viene somministrata nei consultori. Una scelta accompagnata da proteste e polemiche all’inizio del 2021, soprattutto quando il capogruppo di Fdi in Consiglio regionale parlò di “sostituzione etnica” e definì quella per l’aborto “una battaglia di retroguardia”.