La Chiesa dei tanti se e molti ma sulla “parte ombrosa” di Berlusconi

di Lucio Fero
Pubblicato il 18 Gennaio 2011 - 17:11 OLTRE 6 MESI FA

Il cardinale Sepe con Berlusconi

Una e trina, come il mistero della divinità. Ma per nulla misteriosa perché è chiaro come il sole come e perché la Chiesa cattolica, apostolica ma soprattutto romana sia, in materia Ruby-Berlusconi, la Chiesa dei tanti se e molti ma. Dopo averci pensato sopra un paio di giorni e più la Chiesa parla al mattino con voce ufficiosa, quella del quotidiano dei Vescovi, “Avvenire”. Scrive il direttore, Marco Tarquinio, che “la sola idea di un collegamento tra premier e prostituzione, niente meno prostitizione minorile, ferisce e sconvolge”. Dunque, un segnale di allarme e di preoccupata attenzione. Il minimo “sindacale” dovuto valuta chi si aspettava di più dai difensori della morale e del precetto cattolico in materia di sesso e rispetto della persona umana. Una pacata ma netta presa di distanza valuta chi non chiede alla Chiesa di farsi parte e metter mano con il suo peso nella politica italiana. Insomma non una “scomunica” ma tutt’altro che una “benedizione” a Berlusconi versione serate di Arcore.

Poi si fa pomeriggio e un Cardinale, quello di Napoli, Crescenzio Sepe a Berlusconi impartisce assoluzione con penitenza minima e per di più in assenza palese di confessione e atto di contrizione. A precisa e inequivocabile domanda il Cardinale replica con inequivocabile risposta: “In ogni uomo c’è del bene, bisogna evitare di rappresentare solo la parte ombrosa”. Ombrosa, grazioso aggettivo. Non “scura” o “nera”, caratteristiche cromatiche che richiamano il concetto di peccato. Ma più teneramente “ombrosa” che rimanda alla debolezza dell’umano, debolezza che è di tutti e che la Chiesa a tutti perdona. Perdona non dimenticando, dio non voglia, “il bene che c’è in ogni uomo”, in particolare quell’uomo là.

Fastidiosi giornalisti intercettano nelle stesse ore Angelo Bagnasco che della Cei è presidente. Pongono la stessa domanda: che pensa la Chiesa cattolica delle sere di Arcore? Risposta: “Ha già parlato L’Avvenire”. E non una parola di più. Per gli esegeti e interpreti più raffinati del pensiero e umore vaticano c’è poi il segnale dell’Osservatore Romano: pubblica senza una parola di commento la nota ufficiale del Quirinale in cui Napolitano chiede calma, responsabilità e chiarezza. Riepiloghiamo: la Chiesa cattolica e romana di fronte alla questione Ruby-Berlusconi si sente insieme “ferita e sconvolta dalla sola idea”, attenta al doveroso non “rappresentare solo la parte ombrosa dell’uomo” e, indirettamente, vogliosa di calma, responsabilità e chiarezza. Un festival dei se e dei ma. Per nulla misterioso però: la Chiesa istituzione ha fatto sapere da tempo e con ogni mezzo che sta con il governo Berlusconi, al punto di aver quasi ufficialmente chiesto a Casini di portarvi dentro l’Udc a rafforzarlo. Sta con il governo Berlusconi senza se e senza ma perché non si fida neanche un po’ di ogni possibile alternativa e perchè Berlusconi assicura, anche se finora è riuscito solo a promettere, una legge sul fine vita compatibile con la dottrina cattolica, compatibile fino ad esserne la fotocopia. E poi il governo Berlusconi assicura, qui sono fatti e non promesse, sostegno materiale alla scuola cattolica e a quanto i cattolici hanno in pedi nella sezione italiana della “città degli uomini”.

Con il governo senza se e senza ma, ma…Con Berlusconi se fa qualcosa, in privato e in pubblico, per esporsi meno allo “sputtanamento”. Gli altri prelati non userebbero mai questo termine, ma questa è la sostanza. Se Berlusconi abbassa il livello di esposizione, una versione laica ma efficiente del pentirsi, la Chiesa è pronta sulla “linea Sepe”: perdono, assoluzione e messa in ombra della “parte ombrosa”. Ma Berlusconi ce la farà ed è ancora in tempo? Questo la Chiesa non lo sa, anche se ci spera. E quindi si prepara anche al peggio dichiarandosi preventivamente, ma s’intende solo in via di ipotesi, “ferita e sconvolta”. Una e trina e per nulla misteriosa.