Chiusi, velati, gratis: va in scena la protesta dei musei contro la Finanziaria

Pubblicato il 12 Novembre 2010 - 21:18 OLTRE 6 MESI FA

Museo Correr a Venezia

A Venezia Palazzo Ducale ha aperto un’ora dopo, a Milano la Triennale non ha aperto per niente. Ma c’e’ anche chi i visitatori li ha fatti entrare gratis, come e’ successo a Genova, e chi ha pensato di velare i quadri piu’ belli, come i musei di Bologna. Variegata nelle forme, ma imponente nella diffusione con oltre mille strutture coinvolte in tutta Italia, si scatena sul governo anche la protesta dei musei contro i tagli e le limitazioni agli investimenti in cultura imposti a luglio dalla manovra. Ed e’ solo l’inizio, perche’ il 22 di novembre, annunciano oggi i sindacati, arriva anche la serrata dello spettacolo. Con uno sciopero generale che chiudera’ cinema, teatri, fondazioni liriche, set cinematografici. Oggi intanto l’attenzione e’ per i musei, le biblioteche, i siti archeologici, gli enti culturali, gli archivi.

”Porte chiuse, luci accese sulla cultura”, recita lo slogan. Un primo risultato i promotori della protesta – Anci e Federculture con l’adesione del Fai – lo hanno gia’ incassato con l’apertura a rivedere le norme contestate da parte del ministro dell’Economia Giulio Tremonti, incontrato due giorni fa dai vertici dell’Associazione nazionale dei comuni e da Federculture grazie alla mediazione del sindaco di Roma Gianni Alemanno. Tanto che a Roma, proprio per dare fiducia alle promesse del ministro, la protesta e’ stata sospesa (”ma se gli interventi promessi non arriveranno in tempo utile il comune di Roma riprendera’ la mobilitazione”, sottolinea l’assessore Umberto Croppi, ”con la chiusura dei musei”). La lista delle adesioni alla mobilitazione e’ comunque lunghissima, ”oltre 350 soggetti per un totale di mille strutture coinvolte”, sottolinea il presidente di Federculture, Roberto Grossi.

Tra gli enti che fino a questa mattina avevano aderito ci sono 173 comuni, 134 aziende culturali, 16 associazioni nazionali, oltre a province, regioni, persino universita’. Cambiano, in certi casi anche all’interno della stessa citta’, le modalita’ con le quali si e’ deciso di aderire alla protesta.

A Milano, per esempio, la Triennale, il Museo Bagatti Valsecchi e la Casa Museo Necchi Campiglio hanno chiuso per tutta la giornata, mentre i musei civici hanno fatto entrare i visitatori gratis e molte altre strutture, compreso il Cenacolo, Brera, il museo Poldi Pezzoli hanno aperto regolarmente aderendo comunque alla protesta.

A Parma i musei civici hanno chiuso le porte, altri – come la Casa Natale di Toscanini o il museo dell’Opera – sono stati aperti sempre aderendo alla protesta. A Venezia Palazzo Ducale ha aperto un’ora dopo come tutti i musei civici della citta’.

A Padova porte chiuse alla Cappella degli Scrovegni.

A Bologna i musei della citta’ hanno aderito velando i quadri piu’ importanti.

A Genova ingresso gratuito nei musei. A Firenze il museo di Palazzo Vecchio ha chiuso per venti minuti.

A Napoli il museo d’arte contemporanea Madre ha aperto le porte senza far pagare il biglietto, dalle 10 alle 19. A Brindisi sono rimasti chiusi il museo Ribezzo e la biblioteca provinciale.

A Roma, infine, i musei civici hanno aperto le porte, pur aderendo alla mobilitazione. Il 22 si replica, questa volta con tutto il mondo dello spettacolo, che chiede il rinnovo degli sgravi fiscali per il cinema, i cosiddetti Tax credit e Tax Shelter, e il reintegro del fondo unico per lo spettacolo. ”La situazione e’ gravissima”, sottolinea per la Cgil Silvano Conti. Se non arrivano risorse la crisi per lo spettacolo rischia di essere fatale. Anche per questo i tre sindacati si aspettano adesioni molto alte, tra i 250 ed i 300 mila lavoratori in un settore che ne occupa 550 mila. L’unica eccezione si fara’ per il concerto di Zubin Mehta con l’orchestra del Carlo Felice di Genova, il primo teatro materialmente colpito dai tagli. E sara’ una serata di solidarieta’ con lo sciopero organizzata dal grande maestro.