Paranoia all’italiana, una volta era patrimonio e prerogativa della sinistra, adesso va di gran moda a destra. Una volta era la sinistra che ad ogni angolo vedeva la mano nera dello “Stato segreto”, la “Trilaterale” delle Multinazionali oppure gli onnipresenti e onnipotenti servizi segreti ovviamente direttamente manovrati e collagati dal “Comitato d’affari”. Ora pare proprio che la sinistra abbia passato la mano e che la paranoia politica pubblico-privata sia sia trasferita in casa della concorrenza. Lo dimostrano due storie, una recentissima e l’altra ancora fresca: la storia della cimice di Bossi e dell’attentatore di Belpietro, entrambi neanche “fantasmi”. I fantasmi infatti qualcuno li vede o dice di averli visti, invece le microspie in casa e nell’ufficio di Bossi non le ha viste nessuno, neanche la segretaria Nicoletta Maggi, quella che le avrebbe “scoperte”. E dell’uomo che voleva aggredire e forse uccidere Maurizio Belpietro direttore di “Libero” non c’è che la versione, ormai ectoplasmatica, dell’addetto alla sicurezza che sparò, sparò e il vuoto colpì.
Si parta da Bossi, dalla sua denuncia. Anzi non proprio denuncia perchè il leader leghista disse che non valeva la pena di denunciare ai magistrati. Ai giornali sì però e ai giornali Bossi fece sapere che la sua segretaria, la suddetta Nicoletta Maggi, si era accorta che qualcuno sapeva cosa si diceva in ufficio. Quindi “benedetta donna”, secondo le parole del capo, si era fatta l’idea che ci fossero cimici, cioè microspie. Bossi chiamò l’amico e ministro degli Interni Maroni che mandò un paio dei suoi uomini a cercare, trovarono nulla. Perché nulla? Secondo la versione semi ufficiale dell’ufficio di Bossi perché prima era stata chiamata a bonificare una ditta privata. Quale? Nicoletta Maggi, interrogata dai magistrati, dice che non si ricorda il nome della ditta. Ma soprattutto a domanda risponde: “Io la cimice non l’ho mai vista”. Eppure Bossi aveva detto: “Le ha trovate Nicoletta”. Discrepanza che rimanda a un comprensibile equivoco: Nicoletta deve aver detto qualcosa come “Mi sa proprio che…”. Umberto deve aver capito e pensato che se a Nicoletta “sapeva che…”. Si vada quindi alla ditta privata della bonifica, finalmente trovata dalla maagistratura. I tecnici della ditta non hanno trovato nulla, se non dei “come dei suoni” che facevano supporre ci fossero cimici. Insomma, niente cimici, neanche a pagarle. Però l’idea è piaciuta: Bossi spiato mentre elabora la grande strategia, i colpi a sorpresa cui ha abituato la politica e il paese, poteri oscuri in ascolto, traduttori dal “lumbard” in chissà quale altra lingua al lavoro…
Seconda storia: in una notte non buia e tempestosa ma sempre una notte un uomo con camicia mimetica e pantaloni bianchi risale i piani del palazzo dove abita Belpietro. Ancora una rampa di scala e sarà sulla porta del direttore, ma un uomo della sicurezza, dopo aver salutato Belpietro, ridiscende, per fortuna a piedsi e non ascensore. Intercetta, capisce ma non fa a tempo. L’uomo cattivo spara contro di lui (un proiettile che non si troverà mai), lui risponde al fuoco dopo essersi salvato gettandosi in terra. Dopo aver sparato senza colpire altro che il muro, insegue, insegue. Ma l’attentatore si dilegua, anzi evapora: non lo vede l’altro uomo della sicurezza che è in macchina davanti al portone del palazzo, non lascia traccia della sua fuga lungo nessun altro itinerario, neanche una fogliolina storta e acciaccata nella siepe su cui dovrebbe esser saltato. Insomma l’attentatore non c’è e pian piano diventa quasi luogo comune, in Parlamento, sui giornali e in Procura a Milano, che non ci sia mai stato se non nella testa dell’uomo della sicurezza che voleva fare bella figura e forse un po’ di carriera. Ma lì per lì l’idea era piaciuta: la coraggiosa e anti conformista stampa di destra nel mirino della violenza, la predicazione “giustizialista” che arma la mano…
Paranoie, abbastanza innocenti, decisamente evidenti. Di moda e ricorrenti. Chissà perché ora piacciono e biatano soprattutto a destra dopo essere state di casa per decenni a sinistra.