Cimitero dei feti abortiti a Cagliari: la proposta Fdi fa infuriare il centrosinistra. “Medievale”

di redazione Blitz
Pubblicato il 2 Ottobre 2019 - 12:01 OLTRE 6 MESI FA
Cimitero dei feti abortiti a Cagliari: la proposta Fdi fa infuriare il centrosinistra. "Medievale"

Un viale del cimitero San Michele a Cagliari (Foto Ansa)

CAGLIARI – Un cimitero dei feti abortiti: è la proposta presentata da Fratelli d’Italia in Consiglio comunale a Cagliari che ha fatto drizzare i capelli al centrosinistra. Per renderlo meno macabro lo hanno chiamato “Giardino degli Angeli”, un’area all’interno dei cimiteri cittadini da destinare agli embrioni di età presunta inferiore alle 20 settimane e ai prodotti abortivi fino alle 28 settimane. Anche senza che ci sia una specifica richiesta da parte dei genitori. 

Di più, nella mozione, prima firmataria Stefania Loi di FdI, è prevista anche l’istituzione di un Registro dei bambini mai nati. In pratica i consiglieri comunali di maggioranza vorrebbero che “la definizione di legge prodotti abortivi per questa amministrazione potrebbe essere sostituita con bambini non nati”.

Immediata la reazione delle opposizioni, con i consiglieri di centrosinistra che parlano di “proposta cinica, inaccettabile e violenta verso le donne, verso il diritto, verso la legge 194, verso il minimo di civiltà e di convivenza”. Si tratta, a loro avviso, di una “inopportuna intromissione nelle scelte individuali, spesso sofferte e dolorose e dipendenti da condizioni economiche, sociali, sanitarie e comunque sempre personali e intime”.

Ma il caso è presto divenuto nazionale con l’attacco del deputato M5s Mario Perantoni: “La maggioranza di centrodestra forse non avendo nessuna buona proposta per il futuro della città, vuole istituire un cimitero dei feti. Io sono scioccato da questa assurda idea. Ricordo che in Italia l’interruzione volontaria della gravidanza è regolata da una buona legge dello Stato ed è un diritto delle donne”.

Le proposte più inquietanti riguardano proprio il trattamento degli embrioni di presunta età di gestazione dalle 20 alle 28 settimane e per quelli di età ancora inferiore, non dichiarati morti dall’ufficiale di Stato civile: “La legge in vigore, il Dpr 285 del 1990 Approvazione del regolamento di polizia mortuaria – spiegano i consiglieri di centrosinistra – prevede che i prodotti del concepimento (quelli di età presunta al di sotto delle 20 settimane) e i prodotti abortivi (dalle 20 alle 28 settimane) vengano trattati dalle strutture sanitarie come rifiuti speciali, a meno che i genitori non facciano esplicita richiesta all’azienda sanitaria regionale per il trasporto e il seppellimento, facendosi anche carico delle spese. La mozione invece propone che ‘il seppellimento debba avvenire anche in assenza di detta richiesta’ e a spese del Comune di Cagliari. Crediamo che tali proposte, oltre che essere contrarie alla legge vigente, costituiscano un’inopportuna intromissione nelle scelte individuali”.

Poi nella serata di martedì, mentre era in corso la seduta del Consiglio comunale, la mozione è stata modificata: non sostituita ma corretta. Sarebbe stata cancellata, spiegano ancora i consiglieri di centrosinistra, “dal documento attualmente online proprio la frase ‘si ritiene che il seppellimento debba di regola avvenire anche in assenza di detta richiesta’. Ripulite le tracce dell’intendimento originale, quello di imporre una morale ai cittadini – denunciano – e di ‘sancire che spazi appositi nei cimiteri accolgano di forza le rinunce di donne a gravidanze indesiderate’. Ma è solo un gioco da illusionista: il vero intendimento torna, nascosto neppure tanto bene, nel dispositivo finale che è stato sottoscritto da 14 consiglieri e invita comunque ad approvare la mozione nei suoi contenuti”. 

Se questa mozione, dovesse essere discussa e approvata, concludono “le donne che scelgono per i più svariati motivi l’interruzione volontaria di gravidanza secondo le modalità previste dalla legge, verrebbero stigmatizzate con una prassi che riconosce lo status e il nome di ‘bambino’ a un embrione”.

Fonte: Ansa