Colpo, colpaccio e colpone: le tre carte di Berlusconi

Pubblicato il 17 Novembre 2009 - 16:42 OLTRE 6 MESI FA

berlusconi consiglio ministriAnsiose cronache su tutte le “gazzette del regno” scrutano l’orizzonte, attendono, annunciano, divinano “Il colpo di Silvio”. Manca poco, davvero poco, alla consultazione del volo degli storni sulla capitale o alla lettura delle viscere dei gabbiani che popolano Roma. Nessuno sa quale sarà, ma tutti sanno o dicono di sapere che “il colpo di Silvio ci sarà”.

Dunque, vediamo, giornali, dichiarazioni, indiscrezioni, elucubrazioni, stampati e sussurri alla mano. Il “colpo” non può essere un altro partito, Silvio ne ha già fatti tanti e ha già fatto il più grosso che può. Sì, ultimamente ha agganciato Storace e la sua Destra, la Santanchè e il suo movimento-salotto al Pdl. Ma non questo che, come dicono i giornalisti sportivi, “può fare la differenza”.

Allora il “colpo di Silvio” può essere un’altra campagna elettorale, in fondo è quel che gli riesce meglio da quindici anni… L’occasione c’è, le elezioni regionali di fine marzo. No, fanno sapere gli “ambienti vicini al premier”: troppo tardi e troppo poco. Una vittoria alle Regionali non basta e non risolve.

Allora il “Colpone”: sciogliere le Camere se non risolvono una volta per tutte la questione della “giustizia versus premier e viceversa” e conseguenti elezioni anticipate. Insomma farsi “giudicare dal popolo” e da questi farsi assolvere. Ne parlano, certo che ne parlano. L’ultimo in ordine di tempo è stato Schifani che ha richiamato la maggioranza a serrare le fila altrimenti si torna subito al voto. Ma il ricorso alle urne rischia di essere una mossa politica pari alle “ghedinate” sul piano giuridico. Le Camere le scioglie Napolitano e non Berlusconi. Fini non vuole, potrebbe essere costretto a volere ma potrebbe anche resistere e, se resiste, la corda del Pdl può perfino spezzarsi. A Bossi le elezioni non convengono. E poi proprio sicuri che l’elettorato italiano sia ansioso e festoso di un governo che se ne va nell’anno duro per l’economia per indire le elezioni sullo “scudo a Berlusconi”? Il “Colpone” piace, attira, tenta. Ma è andarsi a giocare, e rischiare, tutta la posta avendo in mano carte buone ma non carte sicure.

E allora, allora il “Colpaccio”: si chiede in Parlamento la fiducia sul “processo breve” e pure “estinto”. Si accompagna la richiesta con un intervento solenne del premier in Parlamento e in tv dove si dice: “O con me o contro di me”. Si chiede la fiducia su un “processo breve” riscritto per dar mostra di ragionevolezza ma si abbina il “processo breve” all’immunità parlamentare. La somma dei due provvedimenti questa sì che fa scudo.

Dunque il “Colpaccio” è in fondo quel che si sa e quel che Berlusconi ha in fondo sempre fatto: un salto mortale in Parlamento e un “predellino” con cui parlare alla pubblica opinione. Nella sua lunga storia politica gli è riuscito tre volte su quattro, più che il “Nuovo colpo”, Berlusconi sta allestendo la “Grande Replica”.