Comunali Milano: in campo anche la lista degli immigrati

Pubblicato il 2 Dicembre 2010 - 19:17 OLTRE 6 MESI FA

Gli immigrati si candidano a governare Milano in prima persona, lanciandosi alle prossime elezioni comunali con una lista civica ‘Milano Nuova’ che ha il Duomo come proprio simbolo. A guidare il nuovo partito che segna una novità assoluta nel panorama politico italiano sarà Abdel Hamid Shaari il direttore della comunità islamica più frequentata della città, quella di viale Jenner. E proprio la candidatura a sindaco del più pugnace sostenitore di una moschea in città ha subito suscitato l’alzata di scudi della Lega Nord che questa mattina ha aperto il suo quotidiano la Padania con il titolo ”Ci mancava il partito islamico”.

Ma è stato lo stesso Shaari a voler assicurare il contrario: ”Siamo una lista laica e aperta – ha affermato Shaari – Chiederemo a tutti i candidati il certificato penale e saremo paritari: donne e uomini, italiani e stranieri, religiosi e atei”. Del resto la lista è un caleidoscopio di tutte le comunità straniere presenti a Milano: cinesi, filippini, africani, ispanici, romeni ma anche italiani. Tutti ”fratelli, come loro stessi hanno deciso di chiamarsi, accumulati dalle stesse parole d’ordine: solidarietà, accoglienza, multiculturalismo.

”L’Italia e Milano ci hanno dato tanto – ha affermato Hibraim Niang, senegalese – ma anche noi abbiamo dato tanto: sudore, sangue, lavoro e figli. Siamo cittadini che vogliono fare il loro dovere civico fino in fondo: crediamo nella Costituzione e vogliamo che sia applicata”. ”I vostri nonni – gli ha fatto eco Ibraim Munir, eritreo – sono venuti nel mio Paese in guerra, noi viviamo nel vostro per la pace. Noi non alziamo i pugni ma tendiamo e stringiamo le mani”. A Milano vivono 210 mila immigrati regolari ma meno del 20% ha diritto di voto e del resto la lista ‘Milano Nuova’ conta di poter catturare il consenso di quella fascia di italiani che per il momento hanno deciso di non andare a votare.

Non a caso la lista correrà al primo turno senza allearsi alle grandi coalizioni e ha scelto come simbolo il Duomo: un omaggio al cardinale Dionigi Tettamanzi ”unica guida di questa città” ma anche una risposta ai sospetti di settarismo. Eppure le buone intenzioni di Milano Nuova non hanno risparmiato la lista dal diluvio di accuse dal centrodestra. ”Una vergogna e un pericolo”, è stato il commento dell’eurodeputato del Carroccio Matteo Salvini. Mentre il vicesindaco Riccardo De Corato (Pdl), nel minimizzare il peso elettorale della lista, ha voluto rispolverare ”gli scheletri nell’armadio di Shaari, fino a poco tempo fa pappa e ciccia con l’ex imam Abu Imad condannato in tre gradi di giudizio per aver fatto il lavaggio del cervello ad aspiranti kamikaze”.

Anche il presidente del consiglio regionale Davide Boni ha invitato la classe politica ”alla massima vigilanza” davanti al rischio di un partito fondamentalista islamico. Insinuazioni che lo stesso Shaari ha liquidato con un’alzata di spalle: ”Con il nostro impegno civico – ha detto – vogliamo rilanciare quei valori di accoglienza, legalità e giustizia che sono propri della tradizione di Milano, ma che da 20 anni sono stati tramortiti”.