Le comiche di Napoli. Problema con le firme, il Consiglio comunale non si scioglie. Iervolino resta sindaco

Pubblicato il 4 Marzo 2011 - 11:39 OLTRE 6 MESI FA

Rosa Russo Iervolino

NAPOLI – Dietrofront, non si può  procedere allo scioglimento del Consiglio comunale di Napoli. Così Rosa Russo Iervolino si tiene la poltrona, almeno per ora.

Questo perché dopo una verifica delle 31 firme dei consiglieri dimissionari, la prefettura di Napoli ha rilevato un vizio relativo ad una delle firme presentate. Un vizio di forma e Rosa Russo Iervolino rimane incollata alla poltrona di sindaco di Napoli. Un pasticcio forse o di certo una sorpresa, ma la scorsa notte a Palazzo San Giacomo si aspettava il sindaco.

Il colpo di scena la scorsa notte: per un vizio di forma di una firma la procedura di scioglimento del Consiglio comunale di Napoli è stata interrotta, a Palazzo San Giacomo si attende l’arrivo del sindaco Rosa Russo Iervolino. Salta tutto perché non sarebbe stata rispettata la norma circa la delega al notaio per la presentazione delle dimissioni e, quindi, la procedura si è interrotta. Le irregolarità riscontrate dalla Prefettura partenopea nella documentazione riguardano la firma del consigliere dell’Udc Fabio Benincasa, la cui presentazione violerebbe l’articolo 38 del decreto legislativo 167/2000.

Dalla documentazione di Benincasa depositata al protocollo del Comune – si rileva nella nota inviata stasera alle 22 dalla prefettura al segretario generale del Comune di Napoli – ”non risulta alcun riferimento alla delega conferita al notaio Bellecca a presentare le dimissioni al protocollo dell’ente, delega esplicitamente richiesta dall’articolo 38 del decreto”.

La conseguenza è che non risulta rispettata la norma in relazione all’autentica della delega stessa inficiando così la validità delle dimissioni stesse e facendo venire meno il numero necessario delle trentuno dimissioni, condizione necessaria perché il Consiglio Comunale possa essere sciolto.

Procedura alla quale, almeno per il momento, per effetto delle irregolarità riscontrate, non si può dare corso. Ma non c’è solo il vizio riscontrato nelle dimissioni del consigliere Benincasa a contribuire allo stop nelle procedure di scioglimento: nella nota a firma del prefetto di Napoli Andrea De Martino si fa riferimento anche ad altre irregolarità.

”In vista di una ulteriore valutazione da parte di codesto ufficio – si legge – ai fini di un esame preliminare della sussistenza dei requisiti di legge prescritti si evidenzia l’illegittimità di dimissioni sottoposte a condizione nonché di atti di delega non espressi in forma scritta e inequivoca, in particolare quanto ai compiti delegati”.

”Si rileva da ultimo – si conclude la nota del prefetto – con riferimento alle dimissioni presentate dai consiglieri Stanislao Lanzotti, Francesco Vitobello, Enrico Lucci e Francesco Carbone che la condizione apposta ‘con l’intesa che tale decisione dovra’ seguire le consequenziali precedure attraverso le forme convenute non appena altri 31 consiglieri avranno anche essi rassegnato contestualmente le loro dimissioni’ non si e’ di fatto verificata”.