Concerto dei Bloody Beetroots: alcool e droga, 24enne in coma

* Scuola di Giornalismo Luiss
Pubblicato il 2 Febbraio 2010 - 12:23 OLTRE 6 MESI FA

Un concerto dance e punk allo stesso tempo, cinque amici, una bottiglietta di ecstasy liquida e la voglia di sballare. Questi gli ingredienti che hanno caratterizzato la serata di un giovane di Latisana in trasferta a Udine per i Bloody Beetroots.

Al concerto dei dj mascherati da Venom, il cattivo di Spiderman, aveva portato una boccetta di Ghb

Imprevisto però è stato il coma in cui si è ritrovato una volta chiuse le danze.

Erano le 4 del mattino e il ventiquattrenne artigiano di provincia stava per tornare a casa, così come i tremila spettatori del duo formato da Bob Rifo e Tommy Tea, dj italiani di fama internazionale anche per aver prestato la loro musica alla colonna sonora dei videogiochi Need for Speed: Pro Street e Fifa 09. Una volta fuori dai padiglioni della fiera, i quattro ragazzi con cui era arrivato lo hanno visto accasciarsi e perdere i sensi. Immediato il soccorso dei volontari della Croce rossa e poi il trasporto in ambulanza al Santa Maria della Misericordia.

Il giovane è stato ricoverato in terapia intensiva e solo nella serata di ieri i medici lo hanno definito fuori pericolo di vita, anche se la prognosi continua ad essere riservata e ulteriori accertamenti tossicologici, che già hanno rilevato presenza di droga e alcool nell’organismo, dovranno accertare quali e quante sostanze lo abbiano portato al coma.

Il servizio di vigilanza predisposto dalla Questura durante il concerto non ha rilevato irregolarità a livello di ordine pubblico o spaccio, infatti dai primi controlli coordinati dal dirigente capo Ezio Gaetano risulterebbe che la boccetta contenente il Ghb, una sostanza farmaceutica che in grandi quantità può portare a perdite di conoscenza, fosse già in possesso del ragazzo di Latisana, anche se nella sua abitazione non ne sono state trovate tracce.

“Le sostanze psicotrope infilate nelle bevande – afferma Gaetano – rappresentano un grosso problema, sia perchè rendono difficile valutare il quantitativo di sostanza assunta, sia perchè possono essere somministrate per così dire “a tradimento”. Non per niente, il Ghb è detto anche “droga dello stupro”: gli aggressori lo sciolgono in una bevanda e la fanno bere all’insaputa delle loro vittime, per stordirle e renderle incapaci di reagire”.

Non è questo il caso, anche se gli investigatori dovranno accertare se il ragazzo ne fosse in possesso solo per uso personale o anche per spacciare, in tal caso, oltre al coma dovrebbe affrontare una responsabilità di tipo penale e non solo amministrativa.

Ilaria Del Prete*