Condannato per corruzione? Emendamento Udc: “Niente Parlamento”

Pubblicato il 30 Maggio 2012 - 20:32 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Chi è stato condannato con sentenza passata in giudicato anche per reati contro la Pubblica Amministrazione non potrà piu’ essere candidato in Parlamento. La proposta è stata presentata da due parlamentari dell’Udc al disegno di legge anti corruzione.

Sarebbe esattamente lo stesso principio valido per chi è candidato alle elezioni amministrative. Questa norma verrebbe applicata subito a deputati e senatori, in attesa della delega data al Governo a disciplinare la materia, se l’emendamento presentato dagli Udc Pierluigi Mantini e Mario Tassone al Ddl Anticorruzione venisse approvato.

In sostanza, i deputati dell’Udc Mantini e Tassone propongono di applicare anche ai parlamentari la legge n.55 del 19 marzo 1990: quella che si applica ai candidati nelle elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali. Tale norma prevede che non possano presentarsi alle amministrative tutti coloro che abbiano riportato condanne definitive per reati gravi come mafia, traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione armi, favoreggiamento.

Ma e’ escluso dalla competizione elettorale anche chi ha commesso reati contro la Pubblica Amministrazione tipo concussione e corruzione; chi e’ stato condannato al carcere per piu’ di sei mesi per delitti commessi con abuso di potere o violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione o a un pubblico servizio; chi e’ stato chiamato a scontare una pena non inferiore a due anni per delitto non colposo.

La legge numero 55, rivista e corretta nel tempo, stabilisce anche che non potranno partecipare alle elezioni amministrative coloro nei cui confronti sono state applicate misure di prevenzione perche’ indiziati di appartenere ad un’associazione mafiosa. L’emendamento dell’Udc, presentato all’art.10 del ddl Anticorruzione, e’ uno di quelli destinati a far discutere anche perche’ dovrebbe venire applicato subito, in attesa che il governo eserciti la delega in materia che gli dovrebbe venire conferita proprio dal ddl anticorruzione.