Lega da Mattarella, Salvini grida alle elezioni e poi riapre a M5s: “Governo riparta”

di Veronica Nicosia
Pubblicato il 22 Agosto 2019 - 17:19 OLTRE 6 MESI FA
Salvini da Mattarella per le Consultazioni

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e Matteo Salvini al Quirinale per le consultazioni (Foto ANSA)

ROMA – La delegazione della Lega ha incontrato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Quirinale. Matteo Salvini è salito al Colle insieme ai capogruppo di Camera e Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo. Per Salvini “la via maestra sono le elezioni” e dice basta ai “giochi di Palazzo”. Ma poi lancia un’apertura a M5s: “Ripartiamo senza guardare indietro”.

Salvini dopo una mezz’ora di colloquio è uscito dal Colle e ha dichiarato: “Sono contento di rappresentare una forza politica compatta che con i suoi gruppi prenderà decisioni per l’interesse del Paese, non per interesse personale, o no saremmo qua alla seconda metà di agosto”.

E aggiunge: “Bella discussione, sono contento di essere a capo di una forza compatta. Abbiamo scelto di portare nelle case degli italiani i problemi che la vecchia politica avrebbe chiuso nelle stanze fino a qualche legislatura fa, nascondendo tutti i problemi, le manovre e i casini. L’Italia non può permettersi di perdere tempo, con un governo che litiga”.

Il leader leghista stravolte le parole di tutte le forze politiche, che hanno chiesto di rinviare il voto per scongiurare l’aumento dell’Iva che costerebbe assai cara ai cittadini, e con faccia tosta accusa gli altri partiti di voler condurre una battaglia contro la sua figura e quella della Lega. 

Per il leader della Lega “la via maestra è il popolo”: “L’Italia non può avere un governo con posizioni distanti, per questo abbiamo ribadito che i troppi “no” hanno portato alla fine di questa esperienza di governo. Io sono stato il più strenuo sostenitore di quest’azione di governo. Oggi la via maestra non possono essere giochini di Palazzo, “governi contro”, sono le elezioni”.

Salvini ha poi detto: “In questi giorni abbiamo letto la qualunque, governi non per far qualcosa ma contro la Lega, con l’unico collante di tenere fuori Lega a costo di cancellare quanto di buono fatto e riaprire i porti”. Sulla chiusura dei porti “ho fatto tanta fatica per restituire onore, orgoglio e difesa dei confini che non ci sto a dire no. Ho letto che qualcuno parla di tornare indietro su quota 100. No, dico no”.

 Il leader della Lega ha detto: “Ho scoperto che tanti no, si sarebbero trasformati in si. Ci sono alcuni 5s che appoggerebbero una manovra coraggiosa: ho scoperto che ci sarebbero alcuni disponibili. Aver scoperchiato il vaso è stato utile per capire. Ma malgrado gli insulti, vado avanti”.

E a concluso: “Un “accordo contro”, tra Pd e M5S, è la vecchia politica. Io non penso che l’Italia abbia bisogno di un “governo contro”. Se poi qualcuno mi dice “ragioniamo perché i “no” diventano “si”, miglioriamo la squadra, diamoci un obiettivo, facciamo qualcosa “non contro” ma “per”, io l’ho sempre detto, sono una persona concreta, non porto rancore guardo avanti, non indietro”.

Intanto il Pd di Nicola Zingaretti ha già aperto a un governo con M5s dettando cinque condizioni durante le consultazioni avvenute la mattina del 22 agosto, ma i due ex alleati gialloverdi devono ancora dichiarare ufficialmente la loro posizione.