Contante e pensioni: ecco i mini-ritocchi alla manovra Renzi

di Edoardo Greco
Pubblicato il 3 Novembre 2015 - 13:07 OLTRE 6 MESI FA
Contante e pensioni: ecco i mini-ritocchi alla manovra Renzi

La legge di Stabilità è in discussione al Senato
(© Mauro Scrobogna / LaPresse)

ROMA – Pensioni e tetto sul contante: la Legge di Stabilità 2016 è ancora oggetto di discussione in Senato e quindi sono possibili dei “mini-ritocchi”, come scrive Marco Rogari sul Sole 24 Ore, all’interno dei confini tracciati dal presidente del Consiglio Matteo Renzi: “I singoli punti si possono toccare ma non credo che ci saranno molti stravolgimenti”.

Un punto che non si può toccare è la soglia dei pagamenti in contante, che il governo Renzi vuole innalzare da 1.000 a 3.000 euro. Ma alcuni ritocchi sul tema contante sono possibile, a partire dai money transfer e dai contratti di affitto. Nel primo caso si punta a impedire un uso illegale del sistema di trasferimento di denaro all’estero.

Mentre sugli affitti, vista la natura periodica del pagamento, l’obiettivo sembra essere quello di ristabilire un meccanismo che renda più semplice l’incrocio dei dati per contrastare il fenomeno molto diffuso degli appartamenti affittati in nero.

Per quanto riguarda le pensioni si parla di “prestito previdenziale” e di correzioni alla misura che introduce il part-time per i dipendenti over 63.

Un altro tema è lo sgravio di contributi per chi assume al Sud: “Ap chiede di ripristinare lo sgravio del 100% previsto per quest’anno su base nazionale. […] Ma se l’emendamento dovesse passare la decontribuzione, fissata dalla manovra al 40% per il 2016, si dovrebbe attestare a una quota compresa tra il 60 e l’80 per cento. […] «Per far ripartire le aziende al Sud è necessaria anche l’introduzione del credito d’imposta per gli investimenti», afferma ancora Chiavaroli che con il suo partito punta a anche far innalzare su base nazionale il tetto per la detassazione del salario di produttività. Dallo stesso Pd arriva una spinta per rafforzare il pacchetto Sud […] la decontribuzione automatica sul lavoro fino al 2020 con credito d’imposta per innovazione e ricerca. Idea rivisitata e affinata dal presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia.

Un altro nodo è quello delle Province. Governo e maggioranza stanno verificando la possibilità di trovare 100-200 milioni per garantire il pagamento del personale in attesa di essere trasferito altrove. E un’analoga dote aggiuntiva sarebbe necessaria per assicurare la salvaguardia dei servizi degli enti di area vasta. In ballo ci sarebbero in tutto dai 300 ai 400 milioni. Ma la coperta delle risorse disponibili resta molto corta. In ogni caso già al Senato dovrebbe essere alleggerito il taglio sui Caf e forse quello sui patronati“.