Conte autodifesa tv : “Abbiamo fatto tanto”…Cosa? Danno!

di Marilena D'Elia
Pubblicato il 9 Agosto 2019 - 11:26 OLTRE 6 MESI FA
giuseppe conte crisi governo

Giuseppe Conte in conferenza stampa (Ansa)

ROMA – Giuseppe Conte si difende dalle accuse di immobilismo rivolte al suo Governo dal vice Matteo Salvini e replica a muso duro in diretta tv. Pubblichiamo sotto la trascrizione reperibile sul sito di Radio Radicale. Paradosso del caso: è la radio che lo stesso Governo Conte, per mano del suo sottosegretario Vito Crimi, avrebbe voluto chiudere.

L’uscita televisiva di Conte segue la dichiarazione di crisi lanciata da Salvini. Andremo alle elezioni? Ne abbiamo già viste tante, chissà se sarà la volta buona. I numeri sembrano dare ragione a Salvini, ma potrebbe anche essere solo un grande bluff per modificare i rapporti di forze nel Governo e avere mano libera senza il fastidio di una campagna elettorale. Per Salvini, il cui partito oggi raccoglie i consensi della parte produttiva dell’Italia del Nord e di quella parte del Sud che proprio non ne può più, i tempi si sono fatti stretti. Il fantasma di Renzi lo sveglia tutte le notti: era al 40% dei voti, è ridotto a un ragazzo rancoroso invecchiato anzitempo.

L’autodifesa di Conte è un balbettio vuoto, un’eco del vedo gente faccio cose. In realtà il Governo Conte passerà alla storia non per non avere fatto, ma per avere fatto danni. 

Prendiamo il nostro settore, quello dell’editoria. Animati da un odio feroce verso i giornalisti, verso gli editori, i sindacati e tutto quanto puzza di libertà di stampa, i grillini si stanno accanendo, incuranti della crisi economica sempre più grave che affligge i giornali. Li vorrebbero vedere chiusi tutti, riducendo l’informazione a una unica fonte, l’ex blog di Beppe Grillo, oggi delle stelle, le loro. E, nonostante questo, il Governo Conte-Crimi non è stato capace nemmeno di mantenere l’unica promessa seria e credibile, l’abolizione dell’Ordine dei giornalisti.

Altro che Governo del Cambiamento, che segue altri Governi del Fare, dello Sblocco e quant’altro. Tutti hanno fatto promesse, l’unica che hanno mantenuta è quella delle lacrime e sangue con cui hanno infierito sui ceti medi e medio alti, come se lavorare e avere successo in Italia sia diventato una colpa. Le radici di questo atteggiamento pauperista e anti industriale affondano nel nostro più o meno recente passato, Beppe Grillo e i Casaleggio l’hanno perfezionata portandoci sull’orlo del baratro. Berlusconi, dopo avere preso i voti dei ceti produttivi, li ha abbandonati al loro destino in cambio dell’immunità televisiva.

Ed ecco, parola per parola, l’autodifesa di Giuseppe Conte.

“Buona sera a tutti. Alcune dichiarazioni per fornire a tutti i cittadini dei doverosi chiarimenti. Non raccoglierò delle domande per la semplice ragione che non voglio anticipare più  ampie spiegazioni che fornirò in sede parlamentare che è la sede istituzionale. Dopo il passaggio in Parlamento sarò aperto ovviamente a rispondere a tutte le domande. E avremo tempo e il modo delle conferenze stampa”.

“Ieri sera e questo pomeriggio è venuto a parlarmi il ministro Salvini il quale mi ha anticipato l’intenzione della Lega di interrompere questa esperienza di Governo. E la volontà di andare a votare per capitalizzare il consenso di cui il partito attualmente gode. Sono stati due lunghi colloqui durante i quali ci siamo confrontati sulle aspettative della Lega e anche sulla complessa situazione politica, economica, sociale che il Paese sta attraversando. Al ministro Salvini ho anche esposto i molteplici progetti di riforma e le  varie iniziative di Governo in corso di realizzazione che inevitabilmente verranno interrotte”.

“La nota ufficiale diffusa da ultimo dal ministro Salvini invoca un ritorno alle urne per restituire al più presto la parola agli elettori”.

“Ho già chiarito nel corso dei colloqui al ministro Salvini che farò in modo che questa crisi da lui innescata sia la crisi più trasparente della storia della vita repubblicana. Per questo mi riservo di contattare i presidenti del Senato, della Camera, affinché adottino le iniziative di propria competenza per permettere alle Camere stesse di tornare a riunirsi”.

“Questo passaggio istituzionale dovrà svolgersi davanti ai parlamentari, come ho subito sempre chiesto. I parlamentari sono i rappresentanti della Nazione e quindi di tutti i cittadini”.

“Avevo promesso che la trasparenza e il cambiamento sarebbero state le cifre caratteristiche, i tratti distintivi di questo Governo e vigilerò affinché questi valori siano rispettati sino all’ultimo giorno”.

“Come ho già chiarito nel corso della mia informativa resa al Senato sulle inchieste russe, personalmente non considero, ho detto in quell’occasione, il confronto tra Governo e Parlamento, un molesto orpello del nostro sistema democratico, ma la vera essenza della nostra forma di Governo e in particolare di una democrazia parlamentare. Nella stessa occasione ho preannunciato che dal Parlamento ho ricevuto la fiducia che mi ha investito dell’incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri e in Parlamento sarei tornato ove fossero maturate le condizioni per una cessazione anticipata dal mio incarico”.

“Leggo nella nota pubblicata dal ministro Salvini l’invito ai parlamentari a non perdere tempo adducendo pretesti vari, ma a tornare a riunirsi quanto prima”.

“Non spetta evidentemente al ministro dell’Interno convocare le Camere”.

“Non spetta al ministro dell’Interno decidere i tempi di una crisi politica nella quale intervengono ben altri attori istituzionali”.

“Al ministro dell’Interno spetterà invece, nella sua veste di Senatore, di leader della Lega, spiegare al Paese e giustificare agli elettori che hanno creduto nella prospettiva del cambiamento le ragioni che lo inducono a interrompere anticipatamente e bruscamente l’azione del Governo”.

“Confido che questo passaggio parlamentare contribuirà a fare piena chiarezza sulle scelte sin qui compiute e sulle responsabilità che ne derivano”.

“In Parlamento e quindi a tutti gli italiani dovremo dire la verità e certo non potremo nasconderci dietro dichiarazioni retoriche, slogan mediatici”.

“Voglio chiarirlo subito: non permetterò più che si alimenti la narrativa di un Governo che non opera, di un Governo dei No”. 

“Questo Governo in realtà ha sempre parlato poco e lavorato molto”.

“Questo Governo non era in spiaggia”.

“Era ogni giorno nelle sedi istituzionali a lavorare dalla mattina alla sera nel rispetto degli italiani”.

“Questo Governo da me coordinato si è adoperato incessantemente per realizzare innumerevoli progetti di riforma a beneficio di tutti gli italiani”.

“Non accetterò più quindi che vengano sminuiti la dedizione, la  passione con cui gli altri ministri, tutti i viceministri, tutti i sottosegretari insieme a me hanno affrontato l’impegno di Governo”.

“E certo non posso accettare che sia svilito anche il cospicuo lavoro sin qui svolto dai parlamentari nelle rispettive commissioni, nelle aule”.

“Grazie per l’attenzione e buona serata”.

Che volete di più? Chiedetelo a Toninelli, Trenta, Di Maio. La più divertente è la battuta di Spinoza: 

“Calciomercato. Di Maio verso il ritorno al San Paolo”. Se pensate che è co-numero 2 del Governo Conte…