Conte fatto fuori da capo del governo da mano straniera, per l’esattezza la formula è “per interessi internazionali”. Alessandro di Battista anti Ue e anti accordo di governo e intese politiche M5S-Pd? No, non è Alessandro di Battista ad indicare la mano straniera e proterva.
Ad indicare il servaggio alla mano straniera, presumibilmente europea-occidentale (difficile si riferisse a Putin, Erdogan), a raccontare agli italiani inconsapevoli la prepotenza delle potenze e interessi altrui che ci impongono governi (Draghi) e ci tolgono governi (Conte) è Goffredo Bettini.
Quel Bettini che risulta anche essere un punto di riferimento del Pd europeista e sostenitore del governo Draghi, governo del quale Enrico Letta, segretario del Pd, dice: “l’agenda di governo di Draghi è la nostra agenda politica”. Qualcosa, più di qualcosa non torna. O forse sì, tutto in regola: basta distinguere tra politica come gestione della res publica e politica come vita, morte, miracoli, visioni e allucinazioni dei partiti.
Conte come Berlusconi
La visione che ha avuto Goffredo Bettini non è la prima volta che si manifesta in terra della politica italiana. Il primo ad averla fu ormai una decina di anni fa Renato Brunetta, poi seguito da gran folla. Al governo c’era Berlusconi e ci furono mesi in cui l’Italia semplicemente andava in bancarotta, cominciavano a mancare i soldi per la spesa pubblica anche corrente (stipendi-pensioni) perché nessuno sul pianeta ci prestava soldi comprando titoli di Stato italiani o, se lo faceva, chiedeva tassi di interesse che il paese non avrebbe potuto davvero ripagare.
Berlusconi e la sua maggioranza non sapevano cosa fare. Non perché non lo sapessero cosa andava fatto ma perché fare il necessario sarebbe stato impopolare, avrebbe fatto perdere valanghe di voti ed era per così dire contro natura rispetto a forze politiche che avevano alimentato il sano arricchitevi e l’insano indebitiamoci. Berlusconi dovette mollare il governo e alla fine lo fece anche con sollievo: il lavoro sporco di impedire la bancarotta passò ad altri.
Ma subito nacque e con gli anni prosperò la tesi del colpo di mano straniero, del governo italiano e tricolore fatto cadere da Berlino e Parigi e pure la perfida Albione. Fu una riedizione minore e tutto sommato indolore rispetto all’antenata di una antica canzone malamente e fortemente cantata nella vita pubblica del primo dopoguerra, quella della “vittoria mutilata”. Piace ai popoli e piace soprattutto alle classi dirigenti raccontarsela così: colpa e trama straniera fa tutti noi innocenti e vittime. E’ abitudine comune a molte società, da noi è vizio incallito.
Bettini, la testa più fina del Pd?
Nel racconto spesso oltre le soglie del ridicolo che le cronache politiche fano di Goffredo Bettini spesso si incontra la scena di lui che vive in 30 metro quadri sul costone della montagnola di Roma da cui squadra il panorama immerso in riflessioni, lo sguardo che spazia al futuro. Così lo descrivono e l’insulsaggine encomiastica della descrizione non è certo sua responsabilità però da mesi si scrive e si parla di Bettini come del “guru” niente meno del Pd. Se non proprio del Pd, almeno di Zingaretti.
E anche guru un po’ di Conte che, se glielo domandi se è vero, Bettini fa un sorriso di finta modestia. Come che sia la mente più fina del Pd secondo reputazione recente ecco cosa ha pensato. Non le difficoltà e la sostanziale incapacità di redigere un Recovery Plan, non l’inesistenza di un reale progetto vaccinale, non gli errori e i ritardi delle varie gestioni Arcuri, non l’estate 2020 trascorsa a fare nulla nella speranza incosciente Covid fosse finito a giugno e per sempre, non l’idea dominante e unica per cui sussidi e ristori all’infinito. No, niente di tutto questo alla base della fine del governo Conte. Ma la mano straniera, gli “interessi internazionali”.
Le visioni di Bettini
Di visioni Bettini prima di questa ne aveva avuto altre: Giuseppe Conte messia federatore di tutte le genti democratiche, di sinistra e pop. Con conseguente predicazione della nuova e vera fede: il sinistr-populismo che spezzerà le reni al destr-populismo. Il primo degli apostoli di Bettini è stato certamente Zingaretti ma molti lo hanno seguito, l’intero Pd aveva giurato assoluta fedeltà a Conte, coniando il Pd lo slogan “O Conte o morte”. L’altra visione di Bettini è quella di M5S che diventa una sorta di Spd, insomma una socialdemocrazia tosta che nasce dall’humus dell’anti Stato e dell’anti politica.
Di visione in visione, ecco l’ultima in ordine di tempo: la mano straniera che abbatte Conte. Renzi il perfido agente della mano straniera, e ci sta. Ma se mano straniera è stata a comandare, ad ubbidire e collaborare è stato Mattarella capo dello Stato. E complice Di Maio e complice alla fine l’intero Parlamento che non ha trovato i voti per sostenere Conte premier. Soldi stranieri hanno comprato il Parlamento? Mattarella ha fatto da sponda alla mano straniera? La visione di Bettini ad ogni suo passo narrativo somiglia, anzi prende sempre più le sembianze di una allucinazione.
Il rumore di fondo
Ma l’importanza della visione-allucinazione non è la sua plausibilità, l’importanza è il rumore. E un rumore di fondo si avverte a sinistra-sinistra, un rumore anti Draghi. Gli hanno già rimproverato da sinistra-sinistra di essere andato in Libia a cercare di frenare migranti invece di accoglierli tutti. Gli hanno rimproverato da sinistra sinistra di aver affidato la campagna vaccinazione a un uomo (orrore!) in divisa. Gli rimproverano di non sapere o peggio voler statalizzare Alitalia e Ilva e tutto il resto.
Il rumore di fondo si veste di una nota nobile: ritrovare la vera identità della sinistra (anche qui una costante storica: c’è sempre un tradimento-cedimento che fa perdere la vera e pura identità). E qui, con qualche credibilità, le cronache raccontano che a suggerire di tenerlo vivo il rumore di fondo sia Massimo D’Alema. L’ipotesi ci sta, è nello stile. Si realizzerebbe così una configurazione interessante: Il Fatto Quotidiano iper giustizialista e populisticamente anti Casta, oggi giornale d’opposizione dura contro Draghi, al fianco di massimo D’Alema a far rumore pro Conte e per le magnifiche e progressive sorti della vera sinistra democratica e popolare guidata dall’ex avvocato del popolo.
Ultima su Bettini
La sua visione della mano straniera Goffredo Bettini l’ha illustrata nel manifesto culturale della sua nuova…Bettini ha tuonato schifato verso le correnti interne al Pd, Zingaretti suo maggior discepolo si è dimesso da segretario Pd dicendo che si vergognava del partito fatto a correnti. Quindi Bettini ha fondato e lanciato una…Area culturale. Quelle degli altri si chiamano correnti, quella propria si chiama area culturale. Ai profeti e veggenti, mentre meditano ed elaborano visioni, non puoi star lì a chiedere pignolerie quali coerenza e plausibilità. Sono visioni e nella Medjugorje della sinistra ortodossa è apparso…Conte.