Conte vizio (brutto) di annunciare. Italiani, vizio di invocare la regola, per aggirarla

di Lucio Fero
Pubblicato il 27 Aprile 2020 - 10:30 OLTRE 6 MESI FA
Giuseppe Conte vizio (brutto) di annunciare. Italiani, vizio di invocare la regola, per aggirarla

Conte vizio (brutto) di annunciare. Italiani, vizio di invocare la regola, per aggirarla (Foto Ansa)

ROMA – Conte vizio brutto, brutto e incallito vizio dell’annuncio. Annuncio prima del tempo, annuncio fuori tempo, annuncio senza tempo.

Esempio, l’ultimo: mascherine a prezzo bloccato di 50 centesimi.

Da quando? Conte non dice. Da oggi? Proprio no. Conte dice, ma non succede. Non nel tempo annunciato.

Altro esempio: i 25 mila euro di prestiti garantito dallo Stato e subito (subito magari no, ma in fretta sì) erogati dalle banche. Conte annunciava quando i soldi pubblici a copertura garanzia ancora non erano stanziati. Conte annuncia, ma non succede. Non nel tempo annunciato

Ultimissimo esempio del modus annunciandi del premier: stiamo studiando di rendere automatica la seconda corresponsione dei 600 euro (forse diventano 800) ai lavoratori autonomi. Diventano o no, automatica o no? Conte: “basterà un clic”. Ma quando, come? Conte annuncia, ma non succede. Non nel tempo annunciato.

E’ un vizio che Conte non riesce a togliersi. Un vizio nel governare, non nel comunicare. Fosse solo comunicare, il vizio è nel ritenere il più fatto una volta date le disposizioni. In Italia dare le disposizioni non equivale allo il più è fatto. Al contrario, con la disposizione emanata in Italia si è al carissimo amico di una lunghissima lettera tutta ancora da scrivere.

Al vizio di Conte fa da sponda e moltiplicatore, da specchio e risonanza, il vizio degli italiani di invocare, pretendere norma e regola per ogni cosa e comportamento.

Invocare la regola, quanto più precisa, circostanziata e pignola possibile, per aggirarla meglio.

Il giorno dopo che Conte ha annunciato troppo, e molto di quel troppo senza tempo tinto, è tutto un fiorire di insistenti (e petulanti) richieste di chiarezza e chiarimenti.

Chiedono chiarezza e chiarimenti Governatori di Regioni e sindaci. Sostanzialmente chiedono confini precisi al chi comanda e su cosa. Chiedono siano tracciato con minuziosa pignoleria. Per poterli ignorare e scavalcare col cavillo legislativo atto alla bisogna.

Chiedono chiarimenti e puntualissime precisazioni i cittadini. Le mille e mille casistiche individuali: mia figlia partorisce in Lombardia, posso andare? Il macellaio fa entrare due persone per volta, anche tre, gli misuro i metri quadri? I bambini al parco a cosa li faccio giocare e a cosa no? Con la fidanzata/o che ci faccio?

E’ un appassionato chiedere al governo, al carabiniere, al vigile urbano. E’ una sete di norme, norma per ogni cosa e gesto e movimento e situazione. Ma è sete simulata. Simulata, anche se vissuta come vera. E’ un chiedere che ha uno scopo operativo: farsi consegnare la norma, farsela dire bene e di preciso. Conoscerla a fondo la norma, anche quando non c’è. Conoscerla bene e nel dettaglio. Per aggirarla meglio.