Convention Pd, Bersani parla da segretario: obiettivo i ceti popolari che guardano a destra

Pubblicato il 11 Ottobre 2009 - 17:48 OLTRE 6 MESI FA

La corsa alla scelta del segretario del Partito democratico, il principale partito della sinistra italiana, è partita.

Domenica 13 ottobre si è svolta a Roma la mega assemblea,  chiamata per assonanaza americana e berlusconiana “convention democratica”, che ha visto i tre leader sfilare sul palco: Dario Franceschini, Pierluigi Bersani e Ignazio Marino, divisi da una atroce rivalità, che non è solo personale ma anche culturale e un po’ ideologica, ma uniti dalla consapevolezza dell’urgenza di un profondo rinnovamento del partito. Adesso  è tempo di pensare alla segreteria, ognuno con la propria visione della politica da fare e le difficoltà da affrontare: il percorso avviato oggi si concluderà tra un paio di settimane, il 25 ottobre, con la nomina di chi dovrà guidare il partito nelle acque minacciose, dove, al fondo, lo aspettano le elezioni regionali di primavera.

Alla “convntion” i grandi assenti erano Romano Prodi, Walter Veltroni e Francesco Rutelli. Prodi e Rutelli hanno mandato dichiarazioni di sostegno.

Pierluigi Bersani ha parlato da segretario. Ha aperto il dibattito con un discorso che aveva il suono di una auto investitura, fissando un obiettivo preciso: la conquista dell’elettorato popolare e la scelta di un asset di alleanze vantaggiose: «Il Pd deve giungere a questa politica di apertura con un profilo nostro, senza trattini o divisione dei compiti, con un nostro modo di rivolgerci a tutta l’area del centrosinistra e a quella parte dei ceti popolari che fino a qui hanno guardato a destra». Si tratta di un obiettivo decisamente ambizioso e, se alle parole seguiranno i fatti, molto difficile da raggiungere perché può portare a scelte contrapposte con il tradizionale sentire della sinistra ex comunista italiana.

Il candidato favorito alla segreteria democratica ha fissato i punti principali del suo piano: «Adesso abbiamo tre cose da fare: rinnovare e rafforzare noi stessi, riaprire il cantiere dell’Ulivo con movimenti politici e civici disposti al dialogo con noi; lavorare per un quadro ampio di alleanze politiche. Noi non vogliamo fare da soli nè ci immaginiamo da soli nel futuro. Penso anzi che dobbiamo proporre già con il nostro congresso ampie alleanze democratiche e di progresso per le prossime elezioni regionali».

In un partito unito e saldo crede anche Dario Franceschini segretario uscente che parla di un partito aperto e rivolto soprattutto alle nuove generazioni. «Oggi siamo un partito, nel senso più autentico della parola. Partito non è una parola di cui vergognarsi. È una parola che trasmette forza, che trasmette energia. L’onore e l’orgoglio più grande è essere stati chiamati a servire il proprio partito quando tutto sembra perduto. Quello è il momento in cui fare un passo avanti per dire sono qua, ci proverò e ce la faremo a salvare il nostro partito».

Poi ha puntato il dito contro gli insulti in diretta tv rivolti da Silvio Berlusconi a Rosy Bindi: «Il premier se offende Rosy e le donne italiane è un ominicchio», ha detto Franceschini.

Ignazio Marino ha  fissato i punti saldi per il rinnovamento del partito: l’unione dei leader e il contrasto dell’anti-politica. «I nostri militanti non hanno idee così diverse tra loro, sono i gruppi dirigenti che litigano e che mostrano divisioni che nulla hanno a che vedere con ciò che crediamo e molto a che vedere con le posizioni che ricoprono. Il mio ruolo e di tutti coloro che mi hanno sostenuto qualunque sarà il risultato del congresso, è quello di contribuire a un rinnovamento radicale io credo che l’antipolitica sia da contrastare, ma dobbiamo iniziare da noi», ha spiegato il candidato in corsa alla segreteria.

L’assise nazionale del Pd si è conclusa con l’elezione di due commissioni, una per la modifica dello Statuto, l’altra per il Codice etico. Ora si guarda al 25 ottobre, giorno in cui si deciderà per l’Assemblea nazionale. Le due commissioni avranno un compito istruttorio di definire gli indici delle questioni aperte e preparare materiali utili all’Assemblea nazionale che sarà eletta con le primarie del 25 ottobre che è comunque sovrana.

La commissione per la modifica dello Statuto è composta da 40 membri, quella per il codice etico da 20. I nomi proposti sono condivisi da tutti e tre i candidati alle primarie. Primarie che si svolgeranno, appunto, domenica prossima e che coinvolgerannno tutti gli iscritti e i simpatizzanti.