Coronavirus in Lombardia, Fontana: “Fase 2 a maggio? Ce lo diranno i nostri esperti”

di redazione Blitz
Pubblicato il 13 Aprile 2020 - 13:07 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus in Lombardia, Fontana: "Fase 2 a maggio? Ce lo diranno i nostri esperti"

Coronavirus in Lombardia, Fontana (Foto Ansa): “Fase 2 a maggio? Ce lo diranno i nostri esperti”

MILANO  –  Riaperture in Lombardia? Il presidente della Regione, Attilio Fontana, invita alla cautela. “Aspetteremo quello che ci dicono i nostri esperti, i virologi e gli epidemiologi per capire l’andamento di questa curva che sta rallentando ma molto molto adagio. Io ero convinto che rallentasse più velocemente, ma mi auguro che sia una questione di giorni”, ha detto a Centocittà su Rai Radio 1, rispondendo alla domanda se la Lombardia a maggio sarà in grado di partire con la ‘fase 2’ dell’emergenza, alla luce del numero di contagi da coronavirus ancora alto nella regione.

“Mi auguro che presto si vedano ancora di più gli effetti benefici di questa chiusura perché probabilmente stiamo ancora vedendo le cose del periodo in cui eravamo semichiusi” ha detto Fontana. “Abbiamo fatto un periodo di discesa moderata – ha aggiunto – io sono convinto che presto inizierà una discesa più intensa, violenta e verticale e si interromperà il contagio”. 

Il presidente della Regione Lombardia ha rispedito al mittente le accuse sulla gestione dell’emergenza coronavirus in regione: “Io vorrei che mi facessero delle contestazioni specifiche sugli errori. Purtroppo noi abbiamo seguito i protocolli, abbiamo fatto tutte le scelte in accordo con l’Istituto superiore di Sanità”.

Lo ha detto a Centocittà, su Rai Radio 1, rispondendo alla domanda se ci siano stati errori nella gestione dell’emergenza Covid da parte della sanità lombarda, alla luce dell’altissimo tasso di mortalità nella regione, superiore a quello di altri Paesi.

“Abbiamo dovuto ricorrere alla ospedalizzazione perché da noi la gente se non veniva ospedalizzata purtroppo non riusciva a sopravvivere. Quindi vorrei capire quali possono essere le contestazioni sugli errori commessi” ha replicato Fontana.

“Il virus è stato particolarmente violento in Lombardia perché molto probabilmente stava circolando nel nostro territorio già da parecchi giorni (prima della scoperta del primo caso, ndr), come dicono gli esperti. Se no non si spiegherebbe una ondata di una violenza inaudita che non ha potuto in nessun modo essere controllata”, ha aggiunto. 

In Lombardia “abbiamo più che raddoppiato i ventilatori. Siamo partiti con 725 respiratori all’inizio della crisi e siamo arrivato a oltre 1.600, quindi li abbiamo più che raddoppiati. Li abbiamo dati a tutti, ma è chiaro che è stato una sforzo immane ed è stata la prova del fatto che tanta gente avesse bisogno di un ventilatore, non è che lo concedessimo come uno sfizio. Lo facevamo perché se no la gente moriva”, ha aggiunto Fontana, commentando quanto detto dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, “qui mai dovuto scegliere su chi ricoverare”. 

La riapertura delle librerie e dei negozi per bambini in Lombardia

“Noi abbiamo cercato di essere più rigorosi possibile, abbiamo chiesto di poter tenere chiuso il maggior numero di negozi”, ha spiegato il governatore lombardo parlando dell’ordinanza regionale firmata sabato che permette la riapertura dei negozi per la vendita di articoli per neonati e bambini ma non quella di librerie e cartolerie.

“Purtroppo fa parte delle nostre abitudini, quando si entra in libreria, prendere in mano tanti libri, toccarli, aprirli, sfogliarli e poi magari rimetterli al loro posto, e questo può essere sicuramente un motivo di contagio notevole” ha detto Fontana motivando il no alla riapertura.

Sui negozi per bambini, invece “abbiamo fatto una valutazione che ci è arrivata da un gruppo di mamme che stanno per partorire che ci hanno detto ‘non siamo in grado di acquistare i beni di prima necessità per i nascituri'” ma “si tratta di un numero di persone molto limitato”, ha concluso. 

Cassa integrazione in Lombardia

“Abbiamo raggiunto un accordo che stiamo aspettando l’Abi formalizzi, in base al quale noi garantiamo alle banche il pagamento della cassa integrazione nel caso in cui per qualche ragione non dovesse pagare l’Inps”, ovvero quando “magari c’è qualche persona che non ne aveva diritto o aveva diritto a quota inferiore”, ha spiegato Fontana a Centocittà, su Rai Radio 1, a proposito dell’anticipo della cassa integrazione da parte della Regione.

“Noi diamo questa garanzia in modo che la banca possa pagare immediatamente e poi paghiamo eventualmente gli interessi nel caso di ritardo nell’erogazione da parte dell’Inps”, ha detto Fontana. (Fonte: Ansa)