Coronavirus, Mattarella alla Lagarde: “Italia attende solidarietà, non ostacoli”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Marzo 2020 - 21:07| Aggiornato il 13 Marzo 2020 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus, Mattarella: "In un momento difficile l'Italia attende solidarietà, non ostacoli"

Coronavirus, Mattarella: “In un momento difficile l’Italia attende solidarietà, non ostacoli” (foto ANSA)

ROMA – La presidente della Bce, Lagarde, ha detto che la Bce “non ha il compito di abbassare gli spread”. Facile riferimento a crisi economica e Coronavirus, soprattutto per quanto riguarda (adesso) l’Italia. E infatti la mossa della Bce per provare ad arginare la crisi ha prodotto una reazione non buona delle Borse.

Ma questa volta il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non è rimasto in silenzio e ha deciso di metterci la faccia, di rispondere in prima persona. “L’Italia sta attraversando una condizione difficile e la sua esperienza di contrasto alla diffusione del coronavirus sarà probabilmente utile per l’Unione Europea. Si attendono quindi, a buon diritto, quanto meno nel comune interesse, iniziative di solidarietà e non mosse che possano ostacolarne l’azione”, è il monito del capo dello Stato.

L’asse tra Palazzo Chigi e il Quirinale è saldo. Al Colle non è sfuggito un dato: dopo le parole della Lagarde lo spread è salito a livelli altissimi. Ma l’intervento di Mattarella va oltre arrivando dopo atteggiamenti dell’Ue considerati di noncuranza, scherno, che hanno investito il contrasto alle merci o la chiusura alle frontiere.

Atteggiamenti che hanno irritato non poco Mattarella, portandolo ad intervenire nettamente a difesa dell’Italia. In questo il governo è unito. “La Bce è un presidio, è un bene che Lagarde abbia precisato le sue parole (sullo spread, ndr)”, sottolinea in serata il titola del Mef Roberto Gualtieri. E, sempre in serata, dall’Europa arriva un’apertura, sia sullo stop al Patto di stabilità sia sull’esclusione del 100% delle spese per l’emergenza Covid-19 dal deficit. Decisione che andrebbe incontro, quindi, a quello che il governo si attende.

Conte lo accenna anche alla Cancelliera Angela Merkel, con la quale condivide l’esigenza di mettere l’emergenza coronavirus al primo posto dell’agenda Ue. Ma la sponda, per ora teorica, di Berlino non basta. E non basta neanche la linea, filo-italiana di Ursula von der Leyen.

A Palazzo Chigi lo sanno e, non a caso, Conte ripete in tutti i suoi contatti europei lo stesso concetto: il Covid-19 è un’emergenza globale, non italiana. Per questo la risposta della presidente della Bce Christine Lagarde è ritenuta dal governo italiano insoddisfacente sia nelle parole sia nell’entità del Qe messo in campo. “Qui il problema non è la flessibilità, questo è un tema che deve essere considerato già superato”, spiega una fonte governativa.

Il pressing di maggioranza e opposizione, peraltro, è costante. Le parole di Lagarde (“non siamo qui per ridurre gli spread, non è la funzione della Bce”) irritano tutti, dal Pd alla Lega. E fanno impennare proprio lo spead in Italia.

Il M5S va oltre e chiede lo strappo più netto: la chiusura della Borsa di Milano. Conte si limita ad un semi-avvertimento: “mi aspetto che l’Eurogruppo di lunedì dovrà avere sul tavolo esclusivamente l’emergenza coronavirus”, sottolinea, con implicito riferimento alla fermezza italiana di volere un rinvio dall’ok al Mes.

Il tema Ue si incrocia con le proteste per la decisione di tenere aperte le fabbriche. Ma Conte non ha intenzione di fare marcia indietro. Certo le difficoltà reali degli operai e dei datori di lavoro nell’assicurare loro condizioni di sicurezza adeguate inducono a rispondere con i fatti prima che con le parole. Ma, come spiega una fonte di maggioranza, chiudere le fabbriche mentre nel resto dell’Ue tutto è aperto significherebbe dare un colpo ferale all’economia italiana.

Sull’incontro tra governo e parti sociali che si terrà domani a Palazzo Chigi, spiegano fonti Dem, le prime sollecitazioni al premier sono arrivate dal vicesegretario Andrea Orlando. La linea del Pd, sul tema, non è precostituita.

Dalla segreteria riunitasi (in video) nel pomeriggio sono emerse due priorità: chi può lavorare da casa deve essere messo nelle condizioni di farlo; chi deve andare a lavorare per necessità primarie deve essere messo nelle (rigide) condizioni di sicurezza del caso. Il puzzle è complicato. E, proprio per questo, Conte sottolinea anche in queste ore la necessità di una linea lucida e realista.

“Il governo fa quello che occorre fare”, spiegano nell’esecutivo. E, a Palazzo Chigi, non sono passate inosservate le parole di questa mattina del Papa, che ha invitato a pregare per le autorità di governo chiamate a decisioni non facile. (fonte ANSA)