Coronavirus. Salvini chiede veranda libera, Grillo stipendio dalla culla alla tomba…

di Riccardo Galli
Pubblicato il 1 Aprile 2020 - 10:03 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus. Salvini chiede veranda libera, Grillo stipendio dalla culla alla tomba. E la Meloni...

Coronavirus. Salvini chiede veranda libera, Grillo stipendio dalla culla alla tomba… (Foto d’archivio Ansa)

ROMA – Coronavirus, Salvini chiede veranda libera. Veranda libera? Sì, libera da restrizioni e regolamenti la veranda. Quella che c’è, quella che è stata realizzata allargandosi un po’, un po’ fuori legge, dalla metratura e cubatura originale e catastale dell’abitazione. Veranda e grondaia e sotto tetto liberi. Liberi da restrizioni, divieti e multe. 

Salvini veranda libera, un pensiero soccorrevole e calibrato sul tempo del coronavirus: visto che dobbiamo stare a casa, si renda più comoda, spaziosa e confortevole la casa degli italiani. Con verande e sotto tetti magari allargati e mansardati. E chi si era avviato prima, prima del coronavirus, allargando casa e allargandosi oltre le norme edilizie, oggi risulta…previdente. Buon per lui, arriva Salvini veranda libera. Salvini che ha tenuto a precisare: “Mica voglio autorizzare il costruire sulla punta di un vulcano, solo verande, grondaie, sotto tetti…”.

Nessuno ha trovato il tempo di domandare a Salvini cosa cavolo c’entri il coronavirus con il medio (né mini né maxi) condono edilizio proposto. Tanto meno qualcuno ha osservato che la logica che sta alla base abbia i tratti del c’è il terremoto, cadono intonaci, si frantumano vetrine e quindi…afferriamo il televisore che era in vetrina. Tutti invece hanno registrato la proposta di Salvini senza farsi e fare domande. Domande cui probabilmente il Capitano avrebbe risposto che a botte e a colpi di verande da allargare e sotto tetti da rendere abitabili si fa ripartire l’economia.

Salvini veranda libera. Ma c’è dell’altro, i creatori e destinatari di consenso degli italiani doverosamente ricambiano e non fanno mancare nulla alle nostre speranze. Beppe Grillo è stato drastico e semplice: stipendio, reddito per tutti, sempre, dalla culla alla tomba. Uno nasce e per diritto di nascita al primo mese compiuto ha già un reddito pagato dallo Stato. E così per tutta la vita. Anche una casetta, una macchinuccia no?

Più prosaica e meno fantasiosa Giorgia Meloni, per mamma Fratelli d’Italia mille, un mille euro subito a tutti. Da andare a prendere in banca. Magari appena riaprono. 

Salvini e Grillo sono al top. Ma anche quelli del governo e partiti del governo e dintorni sono impegnati a non farsi parlare dietro e a non apparire come quelli del braccino corto quando su tratta di distribuire soldi di fantasia. Facendo un piccolo calcolo di a quanto assommano le idee, le suggestioni, le improvvisazioni circolanti tra Pd-M5S-Leu si arriva ad una cinquantina di miliardi di denaro pubblico in assistenza sociale. Cinquanta miliardi l’anno, quasi tre punti di Pil. Difficile trovarli ma si devono trovare, si troveranno, si farà deficit doveroso, debito sacrosanto…No, scusi: non 50 miliardi l’anno, 50 miliardi al mese.

C’è coronavirus, l’economia del paese andrà rifatta, forse da capo a piedi, milioni di persone e aziende andranno aiutate, sarà questione di sopravvivenza inventare e realizzare nuovi modi di produrre valore e nuove catene produttive, servirà un welfare ingigantito nell’assistenza ma che vada obbligatoriamente a dividere risorse con il rifinanziamento del lavoro…Ma la capacità espressiva, il gioco, l’unico gioco cui giocano e sanno giocare i creatori e destinatari del consenso è sempre e solo quello: una cucuzza!No,  due cucuzze! Cinque cucuzze! Tutto il cucuzzaro!