Perla Genovesi: “Bondi? Ascoltava i miei consigli. Candidati decisi dai massoni”

Pubblicato il 12 Novembre 2010 - 11:38 OLTRE 6 MESI FA

Perla Genovesi, la trafficante “pentita” che ha tirato in ballo la escort Nadia Macrì nella vicenda dei “festini”, adesso spara sul suo ruolo in politica e chiama in causa Bondi: «Il mio ruolo era quello di esperta nelle campagne elettorali, nel recupero dei voti e tutto quello che riguardava l’attività del politico», racconta l’ex assistente parlamentare del parlamentare di Forza Italia Enrico Pianetta.

Nell’interrogatorio del 19 agosto scorso, ai magistrati di Palermo ha detto: «Io già avevo avuto da parte di Bondi dei contatti  Mi voleva fare andare a lavorare a Sky mi ricordo, mi aveva dato il suo biglietto da visita col suo cellulare… Poi non si era arrivati a nulla, però era nata un’amicizia e si fidava delle mie… Una volta mi chiese addirittura quali erano i candidabili per le Politiche, come deputati, su Parma e poi seguì i miei consigli; senza entrare nello specifico gli sconsigliai qualcuno invece che qualcun altro».

Secondo quanto scrive Giovanni Bianconi sul Corriere della Sera per merito dei contatti della sua assistente fra il 2003 e il 2007  il senatore Pianetta  a detta di Perla «ha cominciato a fidarsi di me, a vedere come le persone cominciavano a rispettarlo, la sua immagine ha cominciato a cambiare… Bondi gli aveva fatto avere un incarico di partito, come presidente dei seniores di Forza Italia, degli anziani, una richiesta che io avevo fatto per lui molto tempo prima. Gli hanno dato addirittura anche un ufficio, mi sembra nella sede di Forza Italia a Milano. L’avevano cominciato a inserire nelle riunioni di un certo livello, dove c’era Berlusconi e alcuni senatori che contavano, finché c’ero io…».

Poi dice che i massoni «comandavano le candidature, erano loro che gestivano i politici, e c’erano quelli più grossi di questi massoni che erano in America, ma che comandavano anche in Italia… Incuriosita da questa cosa chiesi a un mio amico che scriveva per Bondi, sapevo che era un massone, Max Bruschi. Gli chiesi informazioni su questi massoni, e lui mi mandò qualche e-mail. Poi quando l’incontrai mi spiegò alcune cose, lui considerava “la mia chiesa” addirittura l’origine della massoneria… Cominciai a prendere atto di questa realtà che non conoscevo, così cominciai a muovermi per capire come fare a candidare il senatore».

Perla Genovesi tira in ballo anche i vertici della fondazione San Raffaele di don Verzè, per la quale Pianetta aveva lavorato, per fare in modo che venisse rieletto nel 2006.