Corte Costituzionale. Brunetta, “Forza Italia voterà Violante e Catricalà”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Settembre 2014 - 13:11 OLTRE 6 MESI FA
Corte Costituzionale. Brunetta, "Forza Italia voterà Violante e Catricalà"

Corte Costituzionale. Brunetta, “Forza Italia voterà Violante e Catricalà”

ROMA – Corte Costituzionale. Brunetta, “Forza Italia voterà Violante e Catricalà”. E’ ricominciata stamattina la partita sulle nomine parlamentari dei due giudici della Corte Costituzionale e dei membri laici del Consiglio Superiore della Magistratura. Ieri fumata nera notturna (10 sulla Corte costituzionale, mentre solo due membri laici del Csm risultano eletti, Giovanni Legnini e Giuseppe Fanfani, entrambi del Pd. Oggi Renato Brunetta ha ribadito, nonostante le defezioni del giorno prima e lo stallo tattico che ha impedito che l’accordo raggiunto si traducesse in Parlamento, che Forza Italia voterà Antonio Catricalà e Luciano Violante.

Fumata nera di ieri, Violante e Catricalà non passano il quorum. Dallo spoglio dell’ottava votazione del Parlamento in seduta comune emerge che per la Consulta nessuno supera il quorum previsto. Non ce la fa Luciano Violante, che si ferma a 429 voti: 141 in meno del minimo di 570 previsto. Ma non ce la fa neanche Antonio Catricalà: l’ex sottosegretario vicino a Gianni Letta non incassa i voti di Forza Italia e arriva a “quota” 64, sorpassato da Donato Bruno che riceve 68 voti, ma anche dal costituzionalista Franco Modugno che prende 119 voti e da Felice Besostri, sostenuto da M5S con 165 voti.

Non sarebbe stato compatto il sostegno da parte del Pd (da questo partito sarebbero andati diversi voti a Modugno) a Luciano Violante. L’ex presidente della Camera ha invece incassato i voti di Scelta Civica, del Misto e dei partiti minori del centrosinistra e che sarebbe stato sicuramente eletto se avesse ricevuto i voti di Forza Italia e quelli dei gruppi che comunque rispondono a Silvio Berlusconi, come Gal al Senato.

A Montecitorio La giornata è stata densa di consultazioni. Nel primo pomeriggio sulla Corte l’accordo sembrava raggiunto sui nomi di Violante e di Catricalà. Ma, a qualche minuto dall’inizio della seconda votazione della giornata, il meccanismo si è rotto in Forza Italia. I parlamentari azzurri, infatti, non hanno più votato il candidato deciso dai loro vertici, cui preferivano Donato Bruno. Il background di partito di quest’ultimo – è stato spiegato da alcuni forzisti – appariva più congruo nella contrapposizione a quello chiaramente ‘marcato’ di Violante, rispetto a quello di Catricalà, che sarebbe stato indicato da Gianni Letta.

Membri laici del Csm. La sorpresa c’è tutta, nel Pd, e tra i magistrati. Quella dei Dem è immediata, quando Zanda legge gli 8 nomi per il Csm: con Legnini c’è Giuseppe Fanfani, oggi sindaco di Arezzo, e Teresa Bene, diritto processuale penale a Napoli. Un posto viene ceduto a Scelta civica, «per equilibri di coalizione», e tocca all’ex ministro della Salute Renato Balduzzi. Ncd conferma Antonio Leone, anche se c’è il tentativo di inserire Renato Schifani.

M5S propone Nicola Colaianni, ordinario a Bari di diritto ecclesiastico ed ex deputato Pd, salvo ripensarci e votare per Alessio Zaccaria, ordinario di diritto privato a Verona. Per Fi due super falchi, la senatrice Elisabetta Casellati e l’ex sotto- segretario alla Giustizia Luigi Vitali, famoso relatore della legge ex-Cirielli. Per lui un processo in corso per abuso d’ufficio con l’intera giunta di Francavilla Fontana per la mappa delle farmacie.

I mal di pancia nel Pd sono molti forti. In assemblea protestano Monaco, Tocci, Gotor e Verini. Ferranti chiede «ma siete certi che i togati voteranno Legnini?». In Transatlantico Mineo dice che non voterà, la Puppato è dubbiosa. Le toghe del Csm sono perplesse su un candidato come Legnini che non è mai stato protagonista del dibattito sulla giustizia. La preoccupazione è che si vada verso una stagione legislativa di ridimensionamento del Consiglio in cui il governo vede bene un presidente non troppo forte. (Liana Milella, La Repubblica)