Cos’è e come funziona il metodo Schulze

di Veronica Nicosia e Antonio Sansonetti
Pubblicato il 26 Settembre 2012 - 17:02 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Se Beppe Grillo adotterà la piattaforma digitale Liquid Feedback per dare una democrazia via web al MoVimento 5 Stelle, il risultato delle votazioni su candidati e temi da proporre in campagna elettorale sarà ottenuto col metodo Schulze. Cos’è il metodo Schulze? È un sistema di votazione e di elaborazione dei voti grazie al quale il candidato o il tema “vincente” non è semplicemente il “più votato”: è il “preferito”.

Spieghiamo meglio con un esempio. Un sondaggio chiede: “Chi vuoi come premier fra Monti, Bersani e Berlusconi?”. Il più votato risulta Monti, il secondo Bersani, il terzo Berlusconi. Ma questo sistema non garantisce che Monti sia il “preferito”, perché può andare diversamente se in un confronto a due si deve scegliere fra Monti e Bersani, Bersani e Berlusconi, Monti e Berlusconi. Mentre col Metodo Schulze ogni elettore deve indicare una graduatoria: Monti 1, Bersani 2, Berlusconi 3. Alle posizioni in graduatoria vengono assegnati dei valori, i valori vengono sommati, il risultato è più fedele alle reali preferenze dei votanti.

Come funziona il Metodo Schulze? La spiegazione matematica. Nel 1997 Markus Schulze sviluppò un sistema per la valutazione dei voti utilizzando un sistema di preferenze. Il metodo riesce a valutare il livello di preferenza di un singolo candidato. Il sistema elabora il numero di preferenze associate ad un nome (o a un argomento). Supponete di voler individuare il vincitore di un’elezione.

Facciamo un esempio, magari non molto gradito ai grillini: le primarie del centrosinistra. Mettiamo che la scelta sia tra Pier Luigi Bersani, Matteo Renzi, Nichi Vendola, Stefano Boeri e Giuseppe Civati.  I partecipanti dovranno assegnare un ordine di preferenze ad ognuno numerando la propria scelta, in questo caso con una classifica da 1 a 5.

Una possibile votazione potrebbe essere quella di ordinare i 5 candidati in ordine di preferenza, ma il votante potrebbe anche assegnare lo stesso valore a candidati diversi, ponendoli a pari merito nella sua personale classifica. Ad esempio, con il Metodo Schulze, si potrebbe assegnare il numero 1, cioè il massimo gradi di preferenza, contemporaneamente a due candidati come Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi.

L’importante è assegnare un valore specifico ad ogni candidato, altrimenti il rischio è quello che il sistema in automatico la stessa preferenza ai candidati sul quale non si è espressa la propria personale classifica. Una volta che le preferenze sono state espresse il sistema elabora un ordine di preferenze tenendo conto di quante volte il candidato sia stato posto in ogni posizione della classifica, cioè – ad esempio – al numero 1, 2 o 5. Fino ad ottenere una sequenza in cui solo un candidato sarà preferito rispetto a tutti gli altri.

In questo modo il sistema può sommare le preferenze espresse dai partecipanti, per poi stabilire un ordine. Se al numero 1 Bersani è stato indicato 15 volte e 70 volte al numero 2, mentre Renzi è stato numero 1 20 volte ma numero 2 solo 30 volte, allora il metodo può considerare Bersani “meglio” di Renzi.