Il deputato siciliano è agli arresti o non può risiedere in Sicilia. la regione gli paga l’indennità

Pubblicato il 12 Agosto 2011 - 13:43 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – I costi della politica in Sicilia sembrano veri e propri raggiri al cittadino pluritassato: i parlamentini dell’Ars siciliano anche se arrestati o in carcere continuano a ricevere regolari stipendi, “assegni alimentari” e diarie. regolarmente pagati anche se i loro incarichi sono occupati da sostituti che ugualmente ricevono regolari stipendi e vantaggi.

Il caso limite è quello di Gaspare Vitrano del Pd, coto in flagrante mentre riceveva una mazzetta, finito in carcere e poi ai domiciliari, che non solo ha continuato a ricevere regolarmente l'”assegno alimentare”, spesa che si è sommata allo stipendio pagato al suo sostituto Salvino Pantuso. Vitrano oggi non può risiedere in Sicilia, per ordine dei magistrati, e pur non recandosi all’Ars riceve regolare stipendio perché riconquistato il titolo di onorevole una volta libero e tutte le indennità, tra cui una diaria di 3,500 euro mensili come “rimborso delle spese di soggiorno a Palermo”.

Se quello di Vitrano è sicuramente il caso più eclatante di quale sia il costo della politica in Sicilia, anche se di spreco sarebbe più corretto parlare, esistono altri casi degni di nota: c’è Fausto Fagone, che dall’arresto a novembre per associazione mafiosa fino alle dimissioni rassegnate a maggio ha percepito regolarmente l’assegno alimentare, mentre il suo sostituto Salvo Giuffrida percepiva regolare stipendio. Riceve ancora lo stipendio, anche se dimezzato, Nino Minardo, deputato dell’Mpa agli arresti domiciliari per truffa, mentre lo stipendio per intero è stato eprcepito da Cateno De Luca, agli arresti domiciliari per concussione e abuso d’ufficio.

La lista all’Ars, il parlamentino siciliano della regione autonoma a statuto speciale, di indagati e arrestati che continuano a godere di stipendi e benefici è lunga. Indennità d’oro ai parlamentari siciliani, mentre ai cittadini non resta che lo sdegno e la rabbia per tagli necessari a salvare il Paese dalla crisi.