Irpef: addizionale aumento per pagare crediti imprese

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Aprile 2013 - 17:10| Aggiornato il 5 Dicembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Crediti delle imprese sbloccati? Il Parlamento ha detto sì, ora tocca al governo che agirà per decreto. Ma con ogni probabilità finanzierà lo sblocco, 40 miliardi in due anni, con una nuova tassa: anticipando al 2013 l’aumento dell’addizionale regionale Irpef previsto per il 2014.

Il primo passo è stato fatto. Il Parlamento, all’unanimità sia alla Camera che al Senato, con il benestare anche del Movimento 5 Stelle (che ha rinunciato a presentare la propria risoluzione firmando quella del Pd), ha approvato l’aggiornamento del Def (il Documento di economia e finanza) che contiene le necessarie correzioni di finanza pubblica che permetteranno i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione.

Ora toccherà al governo compiere il secondo passo decisivo, con il decreto all’esame del consiglio dei ministri per lo sblocco di 40 miliardi di euro in due anni. Sul testo si sta lavorando fino all’ultimo momento, ma tra le ipotesi spunta anche quella di un possibile anticipo al 2013 dell’aumento dell’addizionale regionale Irpef.

Una mossa che permetterebbe di reperire almeno parte delle risorse da destinare alle imprese, a cui verrebbero quindi girati i maggiori incassi delle Regioni. L’intervento del governo sarà “rapido”, ha assicurato il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, ma avrà come limite “invalicabile” quello di mantenere il deficit sotto il 3%. Per questo la soglia del 2,9% indicata nell’ultima versione del Def deve essere “salvaguardata” e mai superata.

I pagamenti di debiti di parte capitale, compresi quelli delle Province in favore dei Comuni, maturati al 31 dicembre 2012, verranno quindi innanzitutto esclusi dai vincoli del patto di stabilità interno. La priorità assoluta verrà data alle imprese piuttosto che alle banche, alle quali andrà, come indicato dallo stesso ministro solo prima di Pasqua, una parte “minoritaria” dei 40 miliardi.

La cifra verrà ripartita tra Stato, sanità e Regioni, Province e Comuni: agli enti locali, ha spiegato Grilli, andranno 12 miliardi nel 2013 e 7 miliardi nel 2014, alla sanità 5 miliardi nel 2013 e 9 miliardi nel 2014 e allo Stato 7 miliardi in due anni. Per assicurarsi che le amministrazioni siano solerti nei pagamenti, ora come negli anni a venire, saranno previste sanzioni contro i ritardatari. Clausola questa prevista anche nella risoluzione parlamentare approvata al Senato: il provvedimento per il pagamento dei debiti, si legge infatti, dovrà “monitorare il rispetto degli adempimenti da parte delle amministrazioni beneficiarie, sanzionandone l’inerzia”. E dovranno essere inseriti anche “elementi cogenti per rendere obbligatoria, dal parte della P.a. l’adesione al piano straordinario di pagamento dei debiti”.

“Sono oltre 215 mila le imprese italiane che vantano credito con la pubblica amministrazione. E per ciascuna di esse la media degli arretrati dei pagamenti è pari a 422 mila euro“. Emerge una elaborazione di Unimpresa su dati Istat e Banca d’Italia. ”Nell’industria è pari all’1,2% la quota di imprese in credito con lo Stato: ci sono 5.436 aziende che aspettano a di veder saldata una fattura”. Nelle costruzioni “il 16,2%, che equivale a 100.926 aziende”. Mentre “il record è nei servizi”, con 109.131 imprese, il 3,3% del totale. ”Complessivamente, dunque, sul totale delle imprese italiane (4.383.000) il 4,9% è creditore della pubblica amministrazione. Lo stock di arretrati, tra Stato ed enti locali, è pari a 91 miliardi di euro”.