Crisi congelata. Ma, anche sotto vuoto Salvini, puzza ed è tossica

di Lucio Fero
Pubblicato il 16 Agosto 2019 - 10:04 OLTRE 6 MESI FA
Crisi di governo congelata. Ma, anche sotto vuoto Salvini, puzza ed è tossica.

Una foto Ansa prima della crisi: da sinistra Di Maio, Conte e Salvini

ROMA – Crisi congelata: in questo folle paese guidato (si fa per dire) da bambini prepotenti e capricciosi al volante di un Tir non si sa se il 20 agosto al Senato la Lega farà quel che ha detto che di sicuro farà. La Lega di Matteo Salvini ha presentato una mozione di sfiducia al governo Conte. Quindi ha aperto, voluto, dichiarato la crisi di governo. E quindi ancora ha chiesto le elezioni anticipate subito, al più presto. Elezioni unica soluzione ha detto Salvini in giro per piazze, spiagge, social.

Ma ieri ha detto che spera di restare a lungo ministro degli Interni, ha detto che ilo suo telefono è sempre acceso, ha detto che vuole, servono ministro del Sì e non del No. Ha parlato come uno che la crisi e le elezioni magari anche no, come uno che il governo Conte non lo butta giù e magari se lo tiene se…

Roba che a prendere sul serio si rischia forte di essere poco seri. Salvini ama parlare, parlare, parlare. Spesso si parla addosso, spesso dice tutto e il suo contrario. Lo fa con gran gusto e gran successo di pubblico. Ciò non toglie che lo fa, lo fa di straparlare. A chiacchiere ha già sconfitto la Ue e i mercati una dozzina di volte, ha fermato da solo le migrazioni di centinaia di milioni di umani in tre continenti, ha trovato la formula per l’economia sempre più che ricca che pria…

Che faccia finta o che faccia la mossa del quasi quasi la crisi non la faccio più, Salvini è teatro puro. Con milioni di spettatori in platea, ma teatro. E Salvini recita a soggetto, all’impronta. L’altro giorno gli girava, gli veniva di congelare la crisi. Gli veniva, gli girava e l’ha fatto. Senza un vero perché. Cercarlo quel perché e quel per come è solo fare da coro nel teatro di Salvini.

Anche congelata, anche messa per qualche ora o qualche minuto e qualche giorno sotto vuoto, la crisi puzza. Ed è tossica. Molti stanno lì a far di calcolo di Iva e deficit e debito, Salvini spezzerà come dice le reni a Ue e mercati? O viceversa? Nessuno sta lì a far di calcolo sul nazionalismo economico che diventerà governo in Italia con la vittoria elettorale di Salvini. Quando l’Italia farà debiti e cambiali in euro fottendosene degli altri paesi che hanno l’euro, quanto ci metteranno gli elettorati francese, tedesco, spagnolo, olandesi, austriaco, portoghese, belga, finlandese a dire con forza: non con la nostra firma? Nel sovranismo economico del prima noi e ognuno fa come gli pare, nell’uno prima e gli altri dopo, nello sciogliersi di vincoli e garanzie, quando partirà questa corsa l’Italia arriva ultima.

Crisi tossica per i soldi, i risparmi, la vita reale. Crisi politica giocata da professionisti della politica o molto poco professionisti o molto, molto pavidi e impotenti.

La politica ha le sue regole, come un gioco di carte. Le puoi ignorare le regole, le puoi trasgredire, puoi non tenerne conto. Puoi farlo. E quindi perdi.

Salvini, regola vuole che le condizioni migliori per lui siano quelle di andare a votare quando c’è un altro governo, un governo degli altri contro cui far campagna elettorale e mobilitare, scagliare, attizzare l’elettorato. Infatti Salvini ha subito calato la carta del governo Pd-M5S che “riapre i porti”. E a Salvini serve un governo che firmi la legge di Bilancio 2020 senza mandare il Bilancio a allo sfascio ma contro cui lanciare l’accusa di essersi piegato e di aver venduto agli stranieri la Flat tax di cui gli italiani avevano diritto. A Salvini serve un governo da cinque mesi, un governo di altri che duri da ottobre/novembre fino a febbraio/marzo. Questo dice la regola della politica, questo porta, può portare secondo regola Salvini al 40 per cento dei consensi elettorali.

La regola per chi gioca contro Salvini è di non dare un governo di cinque mesi a Salvini. La regola dice a chi gioca contro Salvini di votare subito quando Salvini non ha un governo di altri ma è il suo di governo ad essere saltato. E di puntare ad elezioni di fatto referendum Salvini Sì, Salvini No. Regola dice in questo caso si gioca al tutti contro Salvini e forse forse Salvini lo si blocca al 36 per cento dei consensi elettorali.

Oppure la regola dice a chi gioca contro Salvini di opporre non un governo di cinque mesi ma un governo di tre anni e passa. Ce la fanno M5S e Pd e altri a giocare la carta del governo di tre anni e passa, del governo vero che tiene Salvini all’opposizione per tre anni e passa e poi si vede quanto Salvini è onnipotente dopo tre anni e passa di opposizione? La regola della politica dice: o ce la fate o elezioni subito, non date a Salvini il governo di cinque mesi. Molti di quelli che giocano contro Salvini giocano contro regola, stanno lavorando al governo di cinque mesi.

Ma 40 o 36 per cento che differenza fa? In fondo Salvini vince comunque le elezioni. Fa tutta la differenza del mondo. Con il 40 per cento Salvini governa da solo, più o meno da solo elegge il prossimo presidente della Repubblica e col 40 per cento può cambiare la Costituzione o provare seriamente a farlo. Col 40 per cento Salvini perfeziona e sviluppa il processo che porta alla democrazia illiberale alla Orban cui Salvini aspira e guarda. Col 36 per cento invece Salvini vince, governa e comanda. Ma poi prima o poi Salvini passa e la democrazia liberale resta o almeno può provare a restare tale. Quaranta o trentasei per cento, quando sarà, sarà tutta la differenza del mondo.