Fli si ‘sgretola’, Fini alza la voce: “Il progetto resta”. Le defezioni? “E’ il potere finanziario di Berlusconi”

Pubblicato il 17 Febbraio 2011 - 17:55 OLTRE 6 MESI FA

Gianfranco Fini

ROMA – A quattro giorni dall’Assemblea Costituente, Fli si sta per sgretolare e Gianfranco Fini tenta di alzare la voce: “il nostro progetto resta”. E le defezioni in Fli? “E’ il potere finanziario di Berlusconi”.

“Sarebbe davvero inutile negare l’evidenza – dice Fini in un articolo che verrà pubblicato domani sul ‘Secolo’ – il progetto di Futuro e Libertà vive un momento difficile, sta attraversando la fase più negativa da quando, con la manifestazione di Mirabello, ha mosso i primi passi”.

“Le polemiche e le divisioni esplose dopo l’assemblea costituente – prosegue Fini – hanno creato sconcerto in quella parte di pubblica opinione che ci aveva seguito con attenzione e ovviamente fanno gioire i sostenitori di Berlusconi, che già immaginano di allargare la fragile maggioranza di cui godono alla Camera”. Un’ipotesi che il presidente della Camera giudica “verosimile”, vista l’aria che tira nel Palazzo “e le tante armi seduttive di cui gode chi governa e dispone di un potere mediatico e finanziario che è prudente non avversare direttamente”.

Per il leader di Fli “la ritrovata baldanza dei gerarchi del Pdl sono fenomeni tutti interni al ceto politico, sentimenti di chi teme per il proprio status di ministro o di parlamentare o di chi aspira a divenire sindaco, assessore o per lo meno consigliere comunale”. Per questo Fini chiede al suo partito “di parlare agli elettori più che agli eletti”. Fissando come orizzonte temporale le lezioni: “Solo quando si apriranno le urne, accada tra poche settimane o tra due anni, sapremo se avremo vinto la nostra battaglia”. Avendo chiaro in testa l’ambito di riferimento politico: “Ci riconosciamo e intendiamo agire nell’ambito dei valori e della cultura politica del centrodestra, senza alcuna ambiguità nè tantomeno senza derive estremiste o sinistrorse”.

Continua la diaspora. Le due nuove defezioni sono quelle del senatore Franco Pontone e di Roberto Rosso (che torna nel Pdl dopo averlo abbandonato per passare con i finiani). Rosso, che oggi ha incontrato Berlusconi, ricoprirà “nuovi ruoli di responsabilità nell’ambito dell’attività politica nella provincia di Vercelli”. Anche la decisione di Pontone, a quanto si apprende da fonti della maggioranza, è presa. L’ex amministratore di An, da tempo in ‘sofferenza’ in Fli, non solo sta per formalizzare il suo addio al gruppo nel giro di poche ore, anche se gli è stato chiesto un rinvio di qualche giorno, ma avrebbe deciso di tornare al gruppo del Popolo della libertà. Ieri era stato il senatore Giuseppe Menardi a dare l’addio ai finiani 1. La decisione di Fini di affidare a Italo Bocchino la guida del partito ha scontentato molti e le conseguenze si vedono. Per ora, dicono però dal gruppo Fli al Senato, nè Giuseppe Menardi nè Franco Pontone, dscritto oggi come nuovo scissionista, non hanno presentato la lettera di dimissioni dal gruppo che, allo stato, è ancora composto da dieci parlamentari.